Condanna a 15 anni di reclusione per Alfonso Tumbarello, il medico che curò, durante la sua latitanza, il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro
Secondo l’accusa Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara che ebbe in cura Matteo Messina Denaro, durante la sua latitanza, era perfettamente al corrente della vera identità del paziente, nonostante il boss di Cosa Nostra usasse il nome del geometra Andrea Bonafede.
Il tribunale di Marsala lo ha condannato a 15 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e falso, oltre al pagamento delle spese processuali, applicando nei confronti dell’imputato anche la pena accessoria dell’interdizione dalla professione di medico chirurgo per la durata di anni cinque. L’accusa in giudizio era rappresentata dal pm Gianluca de Leo. La difesa annuncia, intanto, che ricorrerà in appello.
Con la condanna del medico Alfonso Tumbarello salgono, così, a 14 le persone condannate, a vario titolo, per aver protetto la latitanza del capomafia, Matteo Messina Denaro, ricercato per quasi trent’anni e arrestato dai Carabinieri del ROS a Palermo il 16 gennaio 2023, mentre si trovava alla clinica privata La Maddalena per delle cure.
Era stato proprio il medico Tumbarello il primo a diagnosticare a Matteo Messina Denaro il tumore che lo ha poi ucciso. Per oltre due anni lo ha avuto in cura, prescrivendogli più di un centinaio di farmaci e analisi mediche, intestate al geometra Andrea Bonafede, uno dei suoi assistiti che, in realtà, godeva di ottima salute, ma che aveva prestato nome e documenti al boss di Cosa Nostra, sapendo perfettamente di avere davanti Matteo Messina Denaro.
Finito in manette il 7 febbraio del 2023, pochi giorni dopo la cattura del padrino di Castelvetrano, Tumbarello era stato poi scarcerato e posto ai domiciliari per l’età. “L’imputato, ultrasettantenne – sarebbe stato protagonista – scrisse il gip che dispose la misura cautelare – “di un rapporto ben più risalente (sino agli anni ‘90) e diverso da quello più strettamente professionale con Messina Denaro”.
Il nome del dottore spunta, infatti, in una vecchia indagine sull’ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino, già condannato per traffico di droga e morto poi di Covid. Vaccarino, amico della famiglia del boss, si rivolse proprio al medico per organizzare un incontro con Salvatore Messina Denaro, fratello dell’ex latitante e mafioso di spicco. Fu l’inizio di un misterioso rapporto, bruscamente interrotto dallo stesso boss di Cosa Nostra quando intuì che potesse trattarsi di una trappola. Anche questo ha pesato sulle accuse dalla Procura di Palermo, accolte dal Tribunale di Marsala.
Il medico Tumbarello si è difeso sostenendo di essere stato convinto che il paziente fosse il suo assistito Andrea Bonafede e di non aver avuto idea che si trattasse del latitante. Il geometra – uno dei fedelissimi del boss – nel racconto dell’imputato, avrebbe detto al dottore di non volersi presentare allo studio per farsi visitare per evitare che si sapesse della sua grave patologia. Di conseguenza il medico non avrebbe mai incontrato il paziente negli ultimi anni.
Per i pm, invece, Alfonso Tumbarello, per il quale avevano chiesto la condanna a 18 anni, non sarebbe stato ingannato. Il medico sapeva bene che non si trattava del suo assistito Andrea Bonafede, ma del boss latitante Matteo Messina Denaro, la cui cattura, avvenuta dopo una lunga caccia, è stata considerata una pagina storica nella lotta alla mafia.
