Chimica Arenella: uno spazio irrisolto in attesa della rinascita
Uno spazio irrisolto che attende di rinascere. Quello che per oltre mezzo secolo, dal 1910 alla fine degli anni 60, la Chimica Arenella ha rappresentato per Palermo e il suo sogno di sviluppo è oggi un suggestivo relitto di architettura industriale. Un luogo di proprietà comunale per la cui idea di riqualificazione i tempi, dopo un’attesa lunga quasi 60 anni, sono ormai maturi. Si tratta di cominciare a movimentare progetti in grado di costituire opportunità di investimento su questo sito abbandonato che sorge proprio sotto le falesie del Monte Pellegrino e davanti a uno dei tratti di mare più limpidi della Sicilia, dove per secoli le tonnare furono punti di riferimento dell’economia locale. Oggi gli spazi della ex Chimica Arenella sono un tassello strategico dell’azione di rigenerazione urbana portata avanti dal Comune in relazione alle esigenze della città e alle fonti di finanziamento attingibili. Se ne è discusso ieri nella sede palermitana dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, nel corso di un incontro tecnico allestito dal comune con l’agenzia nazioale del Demanio, intitolato ‘Reinventare Palermo: ex Chimica Arenella’. Un workshop finalizzato a presentare agli stakeholder le opportunità di investimento in questo sito, oggi ufficialmente candidato al concorso internazionale di architettura e design urbano Reinventing Cities, portato avanti da C40, la rete mondiale che riunisce circa cento sindaci di città sparse nel globo nel contrasto alla crisi climatica, mediante modelli innovativi di progettazione urbana in linea con i principi di sostenibilità, resilienza e inclusività.
È come un piccolo borgo fantasma, oggi, la ex Chimica Arenella. Vuoto e silenzioso, nei suoi quasi 9 ettari di area e circa 261 mila metri cubi suddivisi in 14 padiglioni. Da quando nacque nel 1910, vi si sono avvicendati diversi gruppi industriali. Nel 1928 parte delle azioni venne ceduta alla Montecatini e agli stabilimenti farmaceutici Schiapparelli. È il periodo in cui questa area industriale conobbe una forte ripresa, coinciso anche con l’entrata in partecipazione dell’Iri, l’istituto per la ricostruzione industriale. Nel 1940 la fabbrica venne ceduta al gruppo industriale saccarifero Montesi e vide un processo di diversificazione dell’attività produttiva. Un’attività poi entrata in crisi e proseguita fino al termine degli anni ’60 quando il governo regionale tentò senza successo di rilanciarla. Fino alla chiusura, decretata nel 1987.
“L’avvio della collaborazione con il Comune di Palermo ci porta a reimmaginare gli spazi di questo luogo unico e dalle speciali potenzialità – dice Costanza De Stefani , manager di Reinventig Cities-C40 per l’Italia. Vogliamo utilizzare la metodologia di rigenerazione urbana e inclusiva già in corso di applicazione in 28 città del mondo, da New York a Seattle e San Francisco, da Madrid a Singapore. Attualmente oltre a Palermo, questo programma include anche altre quattro città italiane, tra cui Mulano e Venezia e prevede l’invito rivolto al settore privato, costituito da singoli progettisti e team di architetti, designer e sviluppatori, a ripensare in chiave sostenibile. luoghi beni e spazi dismessi”. Si tratta quindi di andare oltre gli schemi di progetto tradizionale. “Il quadro del nostro bando si caratterizza infatti per la multidisciplinarietà e l’integrazione dei progetti attraverso il filo rosso dell’efficienza energetica, della riduzione dell’inquinamento da anidride carbonica fino al suo definitivo abbattimento, il riciclaggio e il riuso dei materiali, passando per la programmazione del ciclo di vita degli edifici nuovi e il recupero di quelli già esistenti”- illustra De Stefani.
Ma non solo. A vincere sarà il progetto capace di migliorare la viabilità anche attraverso la mobilità dolce. E quello che garantirà anche la concreta accessibilità dei siti.
L’11 luglio è il termine fissata per il primo passaggio di questo cammino progettuale: quello in cui verranno raccolte le manifestazioni di interesse costituite dai concept progettuali. “La Chimica Arenella potrà inoltre diventare un luogo votato ai servizi, non soltanto quelli ricettivi ma anche culturali nonché legati al mondo della ricerca – sostiene il sindaco di palermo Roberto Lagalla. Una porzione urbana in cui creare opportunità di lavoro proprio negli ambiti della sostenibilità ambientale; in cui l’inclusione sociale delle classi più deboli è un perno”.