Catania si prepara alla carica dei Fridays for Furture
Anche Catania il prossimo 19 aprile parteciperà allo sciopero mondiale di Fridays for Future, un movimento che emerge in risposta alle problematiche intrecciate di degrado ambientale, ingiustizia sociale e discriminazione radicata che privilegia una minoranza a scapito della maggioranza. Di fronte a ingiustizie globali di varia natura, le persone si uniscono in diverse lotte. La partecipazione di Catania a questo sciopero trasmette un messaggio potente, evidenziando che la città è in linea con i sentimenti globali che richiedono un cambio di rotta verso la giustizia climatica e l’equità sociale. L’evento coordinato da Fridays For Future Catania, prevede una marcia che partirà da Piazza Roma e terminerà in Piazza Università alle ore 9:00 di venerdì 19 aprile. Il tema della solidarietà è centrale, con il sostegno di varie organizzazioni come l’Associazione Rifiuti Zero Sicilia, Fermento Urbano e Arci Catania. Quest’anno, il movimento a Catania si unisce anche ai movimenti palestinesi, chiedendo un immediato e permanente cessate il fuoco in Palestina, illustrando come le sfide affrontate non siano isolate, ma parte di un problema sistemico più ampio. Ad aderire a questa iniziativa significa contribuire a una voce più ampia che fa appello al cambiamento sistemico. Lo sciopero del 19 aprile non è solo una protesta, ma una dimostrazione del potere collettivo, simboleggiando il rifiuto di partecipare ai sistemi economici e sociali che perpetuano l’ingiustizia. È un giorno in cui si incoraggia la gente a rinunciare alle loro attività regolari – che si tratti di lavoro, scuola o commercio – per stare uniti per la causa. Federica Catalano, di Fridays for Future Catania, sottolinea che il continuo sostegno agli interessi dei combustibili fossili da parte di potenti corporazioni e governi esaspera questioni di guerra, colonialismo e distruzione ambientale. La critica si estende a entità come ENI, che secondo Catalano è complice in questi problemi attraverso accordi che finanziano stati coinvolti in tali azioni. Questo movimento chiede un intervento pubblico urgente per garantire una transizione giusta, concentrandosi sui bisogni di base e sull’inclusività in tutti i settori della società e del mercato del lavoro. È un appello a fermare i progetti sui combustibili fossili e a spingere per politiche che ridurrebbero le disuguaglianze, come la cancellazione del debito. Queste azioni sono in linea con le ultime raccomandazioni delle comunità scientifiche, come quelle dell’IPCC, per mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C.