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Catania maglia nera negli infortuni sul lavoro: la Cisl lancia l’allarme

di Alessandro Fragalà -





Di ALESSANDRO FRAGALA’- Catania maglia nera negli infortuni sul lavoro: la Cisl lancia l’allarme

Ci sono primati di cui è lecito vantarsi e altri che, invece, non fanno assolutamente piacere. Catania, in questo senso, è una città dalle numerose contraddizioni. Primeggia in alcune cose, soffre in altre. Ed ecco come nel primo scorcio del 2024, Catania, purtroppo, si conferma la provincia dove viene denunciato il più alto numero di infortuni sul lavoro. A dirlo sono i dati Inail riferiti al periodo che arriva fino al 31 gennaio (un dato verosimilmente che ad oggi potrebbe essere più alto) e che indicano 499 casi. Una cifra che supera di 45 quella registrata nel 2023, il 27 per cento del totale regionale. La provincia etnea, dunque, conferma il triste primato del 2023, tra i territori isolani dove si è segnato il maggior andamento infortunistico: oltre un quarto del totale regionale. “È un dato che conferma anche la preoccupazione della Cisl – afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – che, insieme alle nostre federazioni di categoria, abbiamo ribadito nella manifestazione regionale del 5 marzo, nel quadro della mobilitazione nazionale “Fermiamo la scia di sangue”, per sostenere la piattaforma/decalogo che la Cisl ha presentato al governo nazionale”. Un cambio di passo è necessario. Lo dice la cronaca. Per non andare troppo lontano i Carabinieri di Mascalucia, nell’hinterland catanese, hanno denunciato il titolare di un cantiere edile per aver impiegato un lavoratore privo del giudizio medico di idoneità alla mansione. L’imprenditore è stato multato per 6.834,44 euro per violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Inoltre, è stata applicata una “maxi” sanzione amministrativa di 7.800 euro per aver impiegato il lavoratore senza la preventiva comunicazione del rapporto di lavoro. Solo un esempio che dimostra quanto l’argomento sia da attenzionare. “Qui come nel resto d’Italia, non è solo questione di numeri – precisa il segretario della Cisl catanese – è anche una questione di cultura della prevenzione e va affrontata prima possibile. Bisogna puntare sull’informazione e sulla formazione, a partire dall’età scolare, con formazione curricolare nei vari gradi di istruzione. Vanno potenziati i responsabili per lavoratori per la sicurezza, definiti gli obblighi formativi per tutte le figure e promosso l’addestramento svolto da personale qualificato di organismi accreditati e certificati per qualità”. Per la Cisl “occorre prevedere anche per i grandi appalti privati, le stesse garanzie di qualità, trasparenza, responsabilità e regolarità contributiva prevista per gli appalti pubblici e il controllo nei possibili subappalti”. Uno dei punti della piattaforma proposta dalla Cisl è il potenziamento del personale degli organi di vigilanza, ispettori e medici, e il collegamento delle banche dati tra Spresal e Ispettorato del lavoro. “A Catania, ad esempio – spiega Attanasio – il personale impegnato nei controlli è insufficiente e oberato di lavoro: solo 9 ispettori per oltre 90mila imprese, di cui due dediti al settore dell’edilizia”.