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Catania, le zone pedonali che non piacciono a tutti

di Antonino Marino -





“Abbiamo approvato la delibera per la pedonalizzazione di piazza Federico di Svevia”. Ad annunciarlo, senza nascondere un pizzico di orgoglio, è, mediante un post sul suo profilo Facebook, il sindaco di Catania, Enrico Trantino. Piazza Federico di Svevia, per chi non la sapesse, è lo slargo dinanzi a cui sorge lo storico Castello Ursino. Di fronte, invece, si snodano numerosi ristoranti tipici. E infatti le polemiche non sono mancate, se è vero che per domani il presidente del Consiglio Comunale Sebastiano Anastasi, ha convocato una, urgente, conferenza dei capigruppo del consiglio comunale, per discutere anche delle note fattegli pervenire dalle associazioni di categoria e, in particolare, da Confcommerio, Confesercenti, Assoesercenti e Mio Italia. Ci sarà da discutere, nonostante nel suo lunghissimo post, Trantino, provi a spiegare dettagliatamente come sia arrivata questa decisione. “Fin dallo scorso mese di ottobre – spiega il primo cittadino etneo – accogliendo anche una specifica linea di indirizzo giunta dal consiglio comunale, poi formalizzata in una mozione approvata lo scorso mese, abbiamo presentato il nostro piano a operatori, residenti e associazioni. Dall’inizio, e nei successivi due incontri del mese di aprile, abbiamo raccolto comprensibili preoccupazioni e richieste di modifiche, che, in parte, abbiamo accolto, prevedendo sostanziali rimodulazioni del progetto”. Nelle parole del sindaco, dunque, c’è la consapevolezza che il provvedimento potrebbe non piacere a tutti. “Ancora oggi – prosegue Trantino nel suo post – c’è chi manifesta dissenso, temendo le ripercussioni sull’area. È ragionevole che ogni cambiamento generi paura, ma le esperienze di tutte le città e, a Catania, di via Etnea, piazza Duomo, via Garibaldi e piazza Mazzini hanno insegnato che dopo un iniziale assestamento, la chiusura e la liberazione di siti di pregio dal traffico, aumenta l’interesse per l’area. Stiamo parlando del Castello Ursino, il cui splendore riteniamo debba essere esaltato dalla contemplazione della sua magnificenza, senza la vista di veicoli che ne ridimensionano la sontuosità”. E se a protestare sono soprattutto le associazioni di categoria e in particolare quelle dei commercianti, il sindaco parla proprio di questo settore e spiega come la decisione sia stata presa soprattutto a beneficio di chi possiede attività produttive: “Il commercio e tutte le attività produttive sono in continua evoluzione. Le città – spiega Trantino -, da sole con i propri residenti, non sono più in grado di reggere il mercato. Abbiamo bisogno di aprirci sempre più al turismo per aumentare il PIL del territorio; ma per fare questo, dobbiamo renderlo più attrattivo ed essere meno conservativi. Qualcuno forse ne risentirà, ma credo che un’Amministrazione avveduta debba guardare agli interessi della collettività intera e non di singoli operatori, che potranno studiare modelli organizzativi più contemporanei (come la consegna a domicilio delle merci acquistate)”. Il sindaco poi si spinge a notazioni filosofiche o filosofeggianti sul senso generale della politica, sui suoi scopi e su quelle che dovrebbero essere le sue modalità. “Abbiamo provato a contemperare gli interessi di tutti; ma concertazione non significa adesione integrale alle richieste, perché la piazza non è solo di chi esercita un’attività, ma è dei Catanesi. E la politica deve avere il coraggio di decidere, se è convinta dei riflessi positivi della propria azione. Abbiamo dato otto mesi perché gli interessati considerassero soluzioni gestionali alternative. Adesso non possiamo indugiare oltre, perchè se desideriamo che il “contraccolpo” si esaurisca a breve, dobbiamo sfruttare il favore delle temperature estive perchè la piazza venga popolata e le attività riprendano la loro massima efficienza”. Non manca poi qualche punzecchiatura rivolta ai contrari, soprattutto a chi sostiene, probabilmente in modo corretto, che la decisione non sia stata supportata da un adeguato adeguamento (perdonate il gioco di parole) del servizio di trasporto pubblico. In concreto: ok le zone pedonali, ma solo se supportate da parcheggi (pochi in realtà) e da servizio pubblico su gomma e su rotaia (e anche in questo caso Catania scarseggia). Il sindaco prova a fare chiarezza: “ A fronte di 67 stalli di sosta leciti oggi esistenti (desidero non si considerino quelli abusivi, in passato terreno di scorrerie per posteggiatori abusivi), mettiamo a disposizione 145 stalli al Porto, concessici dall’Autorità di Sistema e 75 in via Zurria curati da AMTS (oltre a ulteriori parcheggi riservati ai residenti). A questi bisogna aggiungere quelli della rimessa di via Plebiscito, che sarà connessa con una navetta. Fino al momento in cui queste aree di sosta non saranno disponibili, non attiveremo l’area pedonale e i relativi varchi di controllo. Inoltre tra qualche settimana sorgeranno 33 nuovi posti in piazza Borsellino”.