Catania, “Fra Uomo e Fra Massimo”, la vita di un sacerdote in un cortometraggio di Alessandro Costanzo
La storia di un sacerdote che usa il cuore per aiutare la gente. Nel suggestivo Chiostro di Santa Maria di Gesù di Catania si è tenuta la presentazione del cortometraggio documentario “Fra Uomo e Fra Massimo”, diretto dal talentuoso regista siciliano Alessandro Costanzo.
L’evento, che rientra nella rassegna “In Chiostro d’Estate”, ha saputo regalare ai partecipanti un momento di profonda riflessione e ispirazione, arricchito dalla presenza dell’autore e di Padre Massimo Corallo, parroco della Chiesa Santa Maria di Gesù.
Chiacchierando con Alessandro Costanzo, abbiamo scoperto la genesi e lo sviluppo di questo affascinante progetto, che esplora la vita e la missione di Fra Massimo, una figura il cui impegno e dedizione alla comunità lasciano segni indelebili nella quotidianità.
Costanzo ha spiegato che il documentario è nato qualche anno dopo l’incontro con Fra Massimo nel 2018. “Fin da subito, Fra Massimo mi ha suscitato una grande curiosità,” racconta Costanzo. “La sua figura eclettica mette in evidenza una forte contrapposizione tra il performer musicista, che deve necessariamente mettere sé stesso e la propria arte al centro dell’attenzione, e quella di un frate, che si spoglia sia simbolicamente che materialmente dei beni materiali, adottando uno stile di vita votato all’altruismo piuttosto che all’egocentrismo”.
La grande apertura di Fra Massimo Corallo e la fiducia reciproca, rafforzata da una precedente collaborazione per un videoclip musicale, hanno permesso a Costanzo di accedere al mondo di Fra Massimo, indagando con sincerità e senza pregiudizi la dicotomia tra arte e fede. Il regista ci tiene a sottolineare che il valore del documentario risiede nella curiosa esplorazione della difficile convivenza tra questi due mondi, spesso minata da preconcetti sociali antiquati. “Il film è stato un’occasione per raccontare chi sono i frati e come vivono,” aggiunge Costanzo. “Chi non si è mai chiesto come un uomo votato alla Chiesa affronta le difficoltà di un cammino che è pur sempre incarnato in un corpo? Il documentario esplora non solo il percorso che porta una persona a prendere i voti, ma anche come questo viaggio di continuo rinnovamento e ricerca della fede debba continuare, e non è sempre facile”.
Sul fronte tecnico, il documentario è stato realizzato mantenendo un profilo molto discreto, considerando il contesto della pandemia nel 2021. La troupe era ridotta al minimo, con solo tre persone coinvolte. Costanzo ha utilizzato una Blackmagic Pocket Cinema 4K e una Panasonic GH5 per le riprese, e ha curato personalmente tutti gli aspetti della produzione, dalla fotografia al suono, alla regia e al montaggio.
“Il messaggio che spero arrivi al pubblico,” conclude Costanzo, “è che l’uomo votato a Dio e alla Chiesa rimane pur sempre un uomo, con le sue debolezze e le sue virtù. Il titolo stesso, con il suo gioco di parole, riflette questo concetto”.
La proiezione è stata seguita da un dibattito aperto con il regista e Padre Massimo, offrendo al pubblico l’opportunità di interagire direttamente con loro e approfondire le tematiche trattate nel film.