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Cultura

Massimo Bray a Catania: “Sicilia docet”. Lo dice Treccani

Il direttore generale dell'enciclopedia più famosa, dice che nell'Isola la cultura è inclusiva e funzione come mezzo di integrazione.

di Elisa Petrillo -





La Sicilia, la terra della Trinacria, ha sempre avuto un ruolo cruciale come ha sottolineato Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, durante una lectio magistralis nell’aula magna di Palazzo Pedagaggi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico del Dipartimento di Scienze politiche e sociali di Catania. Richiamando le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e riflettendo sulla visione di Erasmo da Rotterdam e Benedetto Croce, Bray ha sottolineato che “la cultura deve essere inclusiva, europea e senza barriere, funzionando come un mezzo per integrare e confrontare diverse tradizioni in un dialogo costruttivo”. In Sicilia, la cultura non è solo un patrimonio immateriale ma rappresenta anche un motore economico significativo. Secondo l’Istat, nel 2022, quasi 108 milioni di persone hanno visitato musei e istituti culturali in Italia, con la Sicilia che ospita una parte considerevole di queste istituzioni. Bray, a Catania, durante un’assise dedicata proprio alla cultura siciliana, ha voluto mettere in luce anche il ruolo della cultura nell’educazione e nella formazione, enfatizzando la necessità di investire in questi settori per sviluppare una società più informata e resiliente. Con oltre 700.000 utenti unici giornalieri che visitano il portale Treccani.it, la maggior parte dei quali sono giovani tra i 18 e i 34 anni, è evidente che la nuova generazione in Sicilia e in Italia è alla ricerca di conoscenze affidabili e di qualità. Nonostante le sfide poste dall’innovazione tecnologica e dal digitale, la cultura rimane un pilastro fondamentale per la costruzione di comunità informate, inclusive e resilienti. La Sicilia, con la sua ricca eredità culturale –‘scrigno infinito’, l’hanno molte volte definita, parlando del suo patrimonio culturale- e la sua posizione unica, “ha tutte le potenzialità – secondo Bray – per essere al centro di questa rivoluzione culturale, sostenendo la crescita e lo sviluppo sia a livello locale che nazionale”. La cultura deve fare comunità perché lega le università ai centri di ricerca e alle imprese. Lo stesso vale anche per la lingua italiana; non a caso l’osservatorio della lingua italiana è uno dei laboratori più importanti che ci sono in Treccani sin dalle origini, da quasi cento anni. Durante la letcio, la direttrice del Dipartimento, Pinella Di Gregorio, ha evidenziato come la società di oggi sia sempre più invasa da scontri politici, religiosi e sociali che vanno sconfitti valorizzando l’identità culturale e il confronto e il dialogo. Oggi la lingua italiana si manifesta non solo attraverso le fonti letterarie e normative tradizionali, ma anche tramite le canzoni e diverse altre forme espressive, dimostrando così la sua vitalità e capacità di evoluzione.
“La cultura, che connette università, centri di ricerca e imprese, si riflette vivamente nella lingua italiana”, è stato detto a Catania, evidenziando l’importanza dell’osservatorio della lingua italiana in Treccani, ente che da quasi un secolo traccia e documenta l’evoluzione della lingua. Diverse espressioni mostrano la ricchezza e la dinamicità della lingua italiana, che continua ad adattarsi nel tempo.