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ARS, tra franchi tiratori e tregua estiva: la manovra passa, le “mance” no

di Enzo Scarso -





Prima la terza bocciatura consecutiva — e stavolta col voto segreto — di una norma del governo. Poi, il via libera finale alla variazione di bilancio, salutata dal presidente della Regione Renato Schifani come un successo “di responsabilità”. In mezzo, la solita Sicilia dell’Aula: divisa, incerta, a tratti ostaggio dei franchi tiratori. La politica dell’Isola tira un sospiro di sollievo e chiude i battenti per ferie. Prossima fermata: 9 settembre.

La “manovrina”, come già ribattezzata dai più navigati, libera risorse importanti — circa 500 milioni di euro — derivanti da maggiori entrate, e le destina a emergenze concrete: povertà, Comuni in affanno, incendi, sanità in apnea. In cambio, rinvia a settembre il capitolo più controverso: quei 35 milioni di euro in “interventi territoriali”, volgarmente detti mance, su cui già si annusa aria di battaglia parlamentare.

L’affondo dei franchi tiratori

Poco prima del voto finale sulla manovra, un altro colpo al cuore del governo. L’Aula affossa — di nuovo col voto segreto — la norma che prevedeva l’acquisto, da parte del Fondo pensioni, dell’immobile di via Cordova, attualmente sede di alcuni uffici della Corte dei conti. Una misura fortemente voluta dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e difesa dallo stesso Schifani. Non basta. I franchi tiratori colpiscono, e il governo incassa l’ennesimo schiaffo.

Le parole di Schifani

Eppure, il presidente della Regione ostenta sicurezza e ottimismo: “Un provvedimento importante, reso possibile da maggiori entrate. Abbiamo deciso di destinare immediatamente queste risorse all’economia reale, affrontando emergenze, sostenendo il sociale e lo sviluppo”. Quindi ringrazia l’Ars, e rivendica di avere approvato tutto “in soli due giorni, nonostante l’ostruzionismo”.

Ma la solidità della maggioranza, sotto il pelo dell’acqua, resta un’incognita. Perché le bocciature a raffica non sono incidenti di percorso, ma segnali. E il voto segreto, lo si sa, non perdona: è lo specchio delle crepe interne.

L’attacco delle opposizioni

Chi invece non fa sconti è l’opposizione, che liquida la manovra come un’operazione senza anima. Michele Catanzaro (PD) parla di “provvedimento vuoto, privo di visione e di strategia”. M5S rincara la dose con Antonio De Luca: “Il governo ha perso l’ennesima occasione. I ristori sono insufficienti, le misure sulle liste d’attesa inadeguate, e solo grazie a noi è stato incrementato il fondo povertà”.

Ma c’è anche chi riesce a strappare un piccolo traguardo politico. Ismaele La Vardera, leader di ControCorrente, canta vittoria per l’ordine del giorno approvato che punta ad abolire “tornelli, staccionate e cancelli” dalle spiagge siciliane, a partire da Mondello. “Una svolta epocale”, dice lui. Al momento, è solo un ordine del giorno. Ma la battaglia — quella vera — arriverà a settembre.

Una manovra senza mance

Nessun contributo a pioggia, almeno per ora. I 35 milioni per i territori restano parcheggiati in attesa di una nuova legge finanziaria. L’Ars, chiuso il capitolo emergenze, si concede la pausa estiva. E mentre i cittadini fanno i conti con il caldo, i conti pubblici aspettano l’autunno per il loro secondo tempo.