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Anche le donne a gestire la piazza di spaccio: 31 misure restrittive a Catania

di Alessandro Fragalà -





E siamo al terzo capitolo. Proprio così è stata denominata la nuova operazione della squadra mobile di Catania, su richiesta della locale Dda, ha portato provvedimenti restrittivi, emessi dal gip di Catania, per ben 31 persone destinatarie. Nel dettaglio nei confronti di 23 indagati è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per sette un doppio obbligo, di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, e per una persona la presentazione alla Polizia giudiziaria. Svariate le accuse per i diversi indagati: si va dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ai delitti di detenzione e di cessione di sostanze stupefacenti. Alcuni indagati, poi, risultano accusati di associazione di tipo mafioso (nello specifico al clan Arena) nonché di detenzione di armi da guerra e porto illegale di armi comuni da sparo.

Un’indagine che, come ormai avviene solitamente, è stata supportata dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e dalle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza. Secondo la Procura distrettuale di Catania tutti questi elementi racconti hanno “consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico e allo spaccio” di droga che “da anni gestirebbe una grossa piazza di spaccio nel quartiere popolare di Librino, storicamente presidiato anche da esponenti del clan mafioso Arena che, come ha spiegato Antonio Sfamesi, capo della squadra mobile di Catania, “in origine era un’articolazione del clan Nizza, a sua volta articolazione del clan Santapaola-Ercolano. Gli elementi di indagine raccolti oggi ci hanno portato ad accertare che opera in maniera autonoma”. Del gruppo mafioso finito sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti farebbero parte Massimiliano Arena, di 41 anni, Marco Turchetti di 30, Rosario Turchetti di 57, Angelo Patanè di 32, Carmelo Alessio Guerra di 32. A capo, ovvero i responsabili della gestione della ‘piazza di spaccio’ sarebbero Marco e Rosario Turchetti, che, peraltro, avrebbero agito come ‘uomini di fiducia’ di Arena, attualmente detenuto”. La piazza in questione veniva considerata una delle principali arterie dello spaccio catanese in cui giornalmente venivano venduti ingenti quantitativi di cocaina, crack, marijuana e skunk attraverso un articolato sistema di pusher, vedette, custodi della sostanza stupefacente e responsabili della piazza. Secondo uno schema ormai collaudato nelle varie piazze, un po’ come raccontato nelle varie fiction televisive. E proprio come raccontato, solo per fare un esempio, in Gomorra, le donne avevano un ruolo determinante nella gestione dello spaccio. Ognuno aveva il suo compito ed un ruolo preciso. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso come la droga sarebbe stata confezionata all’interno dell’abitazione di Elisabetta Toscano, di 69 anni, per poi essere ceduta, per lo più, all’interno dell’androne di un palazzo ubicato nel rione Librino”. La cassa dell’associazione, invece, “sarebbe stata tenuta da Liliana Carbonaro, di 55 anni, madre di Marco Turchetti”.  “Erano due piazze di spaccio peraltro molto vicine, una al numero 13 e l’altra al 12. Ma la prima era più fiorente in termini di denaro per l’organizzazione criminale che vi operava”, ha commentato il questore di Catania Giuseppe Bellassai. Il principale canale di approvvigionamento di cocaina e marijuana del gruppo sarebbe stata una delle articolazioni del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedito alla gestione del traffico e spaccio di droghe, che sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo, di 44 anni. Durante le indagini dell’operazione ‘Terzo capitolo’, sono stati complessivamente sequestrati 470 grammi di cocaina, 130 grammi di crack e 3 chilogrammi di marijuana. Per l’esecuzione della misura cautelare, la Squadra Mobile della Questura di Catania si è avvalsa della collaborazione dell’omologo organo investigativo di Messina. Nel complesso per l’operazione ‘Terzo capitolo sono stati impiegati circa 200 operatori della Polizia.