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Cultura

“Amici delle missioni”: gli angeli acesi delle popolazioni africane

di Roberto Gelsomino -





Si chiamano ‘Amici delle Missioni’ e sono una risorsa del mondo sociale siciliano e di quello del Catanese in particolari. Hanno una mission fin dalla loro creazione: chiacchiere pochi, annunci ancora meno ma fatti tanti e subito. Concreti negli aiuti e nel sostegno alle popolazioni lontane, ai margini del Mondo e molto spesso, anche della vita, questi ‘amici’ continuano a produrre interventi importanti. Hanno conclusa circa un mese fa, un’importante esperienza in Guinea-Bissau. A guidare il piccolo gruppo, è stato il diacono permanente della diocesi di Acireale, Sebastiano Genco. E’ lui il fondatore e l’animatore dell’associazione acese che ha celebrato il 26° anno di servizio. Insieme a Genco, in missione per il lontano stato africano, sono andati il geometra Matteo Rizzo e l’architetto Roberto De Grazia.

Tecnici non a caso partiti con destinazione il lontano stato africano perchè l’intento è stato sin dalla partenza, quello di concretizzare con il governo locale l’accordo per realizzare i moduli ospedalieri necessari alla comunità, in particolare il reparto di maternità. Inteno nobilissimo che servirà sicuramente a dare risposte alle esigenze emergenziali di quella popolazione. La questione nascite in Africa è un problema radicato e nell’Africa rurale, ben distinta dal turismo e dai suoi centri, natalità e mortalità vanno quasi corrispondenti. A confermarlo, sono i dati di Save the children Italia. Riportano infatti che, seppur sia vero che i paesi africani sono segnati da esplosioni demografiche, le complicazioni nella gravidanza e nel parto proprio in Guinea-Bissau portano alla morte 1.100 donne ogni 100.000 nati vivi. Un numero preoccupante in generale e non solo per gli Amici delle Missioni. Anche perché esso, è tristemente in crescita. Questi dati, hanno incoraggiato i volontari dell’associazione ad intervenire per la realizzazione di un ospedale. Come previsto dall’accordo, sarà il governo locale a farsi carico delle attrezzature sanitarie e del personale medico da impiegare nella struttura, che sarà realizzata dall’associazione grazie al contributo di volontari e benefattori. “Le complicanze nella fase della gestazione e del parto sono innumerevoli. Non solo il rischio di un parto prematuro ma anche le infezioni e le malattie che possono contrarre le donne: l’AIDS, la malaria e la polmonite, motivo delle morti materne.

Cause che si potrebbero prevenire con accorgimenti che nel mondo sono ovvietà ma in quella terra sono un lusso – dice Genco – E’ importante avere personale specializzato in sala parto e facilitare l’accesso a cure in fase della maternità e in post nascita. Noi ci impegniamo perché a tutte le donne sia data la possibilità di vivere serenamente la gravidanza. Diventare madre e dare la vita è sempre un dono. Renderla un’esperienza serena è un dovere morale da riconoscere e sostenere”. Il progetto dell’ospedale non è l’unico dell’associazione. Nel ventennio di servizio in Africa, grazie a suore e sacerdoti missionari, sono stati realizzati pozzi, scuole e centri per la salute. Senza dimenticare le adozioni a distanza e i progetti per il sostegno scolastico ai ragazzi più volenterosi, con borse di studio che rendono merito al loro impegno. I volontari dell’associazione torneranno infatti in Africa nel prossimo febbraio, per portare il loro aiuto attraverso la realizzazione di nuovi pozzi e nuovi centri per il miglioramento della vita della popolazione locale.