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Altavilla Milicia, la 17enne conferma: “Torturati e uccisi”

di Redazione -





di ANTONIO CIMINO
Una tragedia che ha segnato il piccolo centro di Altavilla Milicia.
Una strage per cui le indagini su quanto effettivamente accaduto nella villetta continuano. Insieme ad esse – per capire come si siano svolti gli omicidi e le torture, ma soprattutto su chi siano stati gli esecutori diretti di tali violenze – proseguono anche gli interrogatori.
A parlare, ancora davanti agli inquirenti, è stata la primogenita di Giovanni Barreca, la 17enne unica superstite della strage nella villetta di famiglia di Altavilla, dove hanno perso la vita Antonella Salomone (56enne moglie di Barreca) e i due figli Emanuel e Kevin di 5 e 16 anni. A seguito dell’irruzione delle forze dell’ordine nella casa, dopo la segnalazione telefonica e la confessione fatta dallo stesso Barreca, gli agenti avevano trovato la giovane in stato di shock.
Eppure, poche ore dopo, ascoltata dagli investigatori, la primogenita Barreca ha dichiarato con freddezza di aver partecipato alle violenze e agli omicidi dei suoi familiari insieme al padre Giovanni e ai due amici di famiglia Sabrina Fina e Massimo Carandente, rendendo noti anche i rapporti che vi erano tra la famiglia e gli amici “di preghiera” dei genitori.
In questo nuovo interrogatorio la 17enne non solo avrebbe confermato di avere partecipato alla strage, ma avrebbe aggiunto anche ulteriori particolari, dando nuovi contributi all’inchiesta. L’interrogatorio si è tenuto nell’Istituto di detenzione minorile Malaspina di Palermo. Si tratta, come detto, del secondo interrogatorio a cui la giovane viene sottoposta da parte dalla Procuratrice dei minori, Claudia Caramanna, alla luce dei riscontri investigativi ottenuti dai Carabinieri nel corso delle indagini.
La giovane già a febbraio, subito dopo la strage, aveva confessato di essere stata presente in casa e di partecipato alle torture e all’omicidio della madre e dei due fratelli, guidata dalla convinzione che il demonio fosse entrato in casa. Era stata lei stessa a confessarlo ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l’arresto del padre, Giovanni, reo-confesso dei delitti, ma mai sentito in interrogatorio in quanto sembrerebbe essere – a detta del suo legale – ancora in preda a un delirio mistico.
La giovane è accusata di omicidio plurimo e occultamento di cadavere. “Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti preda di un delirio mistico”, aveva raccontato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio.
“Credo in dio e nei demoni”, avrebbe, difatti, detto la ragazza agli inquirenti. Una frase che spiega come la giovane avrebbe quindi condiviso il progetto e la realizzazione della strage con il padre e la coppia. La ragazza aveva anche raccontato che per liberare la casa, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, avevano pregato. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Sempre secondo il racconto, insieme al padre e ai complici l’adolescente ha torturato la madre, a quel punto contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino, ustionata col phon. Dopo Pasqua saranno risentiti anche Barreca e gli altri due indagati Fina e Carandente.
Intanto, sono state seppellite nel cimitero di Altavilla Milicia le salme di Kevin e di Emanuel Barreca. Le bare erano in deposito perché non c’erano loculi disponibili. Adesso il sindaco Pino Virga ha trovato i posti per tutte e sei le salme che si trovavano in deposito, comprese quelle dei due fratellini.