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Ambiente

Allarme siccità: “I nostri agrumeti stanno morendo”

di Redazione -





Allarme siccità: gli agrumeti stanno morendo. L’arancia rossa della Piana di Catania, prodotto tipico siciliano, molto celebrato per le sue proprietà salutari, soffre il caldo e in questi giorni di anticiclone ancora di più. “Molte delle nostre coltivazioni – dice a L’Identità Gerardo Diana, imprenditore, dirigente di Confagricoltura nonché presidente del Consorzio arancia rossa di Sicilia Igp – si trovano in fase di appassimento e se il caldo dovesse prolungarsi si arriverà al punto di avvizzimento con la perdita del prodotto e danni enormi alle piante che si ripercuoteranno anche nelle prossime annate. Quest’estate abbiamo avuto 46 gradi e le nostre arance non hanno sopportato lo stress termico. Inoltre fino a pochi giorni fa avevamo 26-28 gradi di giorno e 14 di notte, quindi per i nostri alberi non fa ancora abbastanza freddo per cui le arance rosse hanno bisogno di escursione termica per sviluppare il loro caratteristico colore. Bisogna capire che siamo di fronte ad un disastro, un disastro che ci sta portando all’esasperazione. Il prodotto a breve mancherà nei mercati e sulle tavole dei consumatori. Mi riferisco non solo all’arancia rossa di Sicilia, ma anche a ortaggi, olio, agrumi. Se non si capisce la gravità della situazione allora non abbiamo veramente più speranze”.
Diana parla di crisi anche economica a danno degli agricoltori, che a fronte degli aumenti vertiginosi dei costi di coltivazione e produzione (acqua, gasolio ed energia elettrica), rischiano di avere una scarsa produzione anche il prossimo anno. Si tratta di danni aggravati anche dalle mancate irrigazioni perché non sempre l’acqua erogata dai Consorzi di bonifica riesce a soddisfare tutte le campagne.
Il presidente di Confagricoltura Catania Giousé Arcoria lancia l’allarme per gli agrumi siciliani e chiede lo stato di calamità per la Piana di Catania: “Frutti troppo piccoli per essere commercializzati, con gravi perdite economiche per gli agricoltori. Ci troviamo ormai in una situazione di non ritorno con arance che sembrano mandarini perché non crescono come dovrebbero. Non vediamo acqua piovana da giugno mentre dal Consorzio di bonifica l’ultima erogazione si è avuta a settembre. Così la grande distribuzione non comprerà le nostre arance che dovranno quindi essere vendute alle industrie di trasformazione con spese identiche per raccolta e trasporto ma ricavi che ammonteranno a meno della metà dello scorso anno. È stata presentata alle istituzioni regionali – aggiunge Arcoria – una richiesta di declaratoria dello stato di calamità e l’avvio delle procedure compensative per le aziende agricole colpite. Ad essere interessato dalla incessante mancanza di precipitazioni è l’intero territorio regionale”. Per adesso dalla Regione siciliana è arrivata solamente una deroga che interessa le colture non permanenti e la loro rotazione obbligatoria
La legge infatti prevede un cambio di coltura a livello di parcella, da eseguire almeno una volta all’anno. In considerazione delle particolari condizioni climatiche che – secondo la nota della Regione siciliana – hanno caratterizzato il mese di ottobre e lo hanno reso il più asciutto per l’isola dal 1921, questa deroga consentirà invece la coltivazione della stessa coltura (per esempio il grano duro), sulla medesima parcella, per due anni consecutivi. Sarà quindi possibile, per esempio, coltivare grano duro per il 2023-2024. Le sole condizioni richieste dall’assessorato all’Agricoltura riguardano l’inserimento della coltivazione in una rotazione almeno triennale e la destinazione di una quota pari ad almeno il 35% della superficie a un cambio annuale di coltura principale.
“Il governo Schifani – ha affermato alle agenzie l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino – è in prima linea nel sostenere gli agricoltori siciliani. Stiamo facendo fronte a una situazione difficile legata a condizioni meteorologiche sempre più anomale, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per salvaguardare i prodotti della nostra terra. Cambiamento climatico anomalo che infatti che porta con sé non solo lunghi periodi di siccità, ma anche, e altrettanto devastanti, alluvioni, grandinate e bombe d’acqua, fenomeni per affrontare i quali occorre intervenire tempestivamente con strumenti adeguati”.
Confagricoltura ha già pronta una proposta al governo regionale per destinare i fondi del Psrr Sicilia alle imprese anche per un adeguamento tecnologico con strumentazioni innovative. Scommettere sull’agricoltura 4.0 con nuove tecnologie, sensori e altre fonti è diventato prioritario per la stessa sopravvivenza del settore, agrumicolo in particolare.