Agrigento palcoscenico della 76ª Sagra del Mandorlo in fiore
di Francesca Gallo
Ogni anno, con la fine dell’inverno, quando i primi fiori del mandorlo segnano il risveglio della natura, Agrigento e la Valle dei Templi si trasformano in un palcoscenico di festa con la Sagra del Mandorlo in Fiore. Evento, quest’anno alla sua 76esima edizione, con cui il territorio celebra la bellezza del paesaggio siciliano in un’atmosfera eclettica e multiculturale, all’insegna della pace nel mondo e della fratellanza tra i popoli.
Un programma ricco di iniziative fino a domenica 17 marzo propone spettacoli ed esibizioni di gruppi folk provenienti da oltre 20 Stati (Albania, Camerun, Colombia, Corea, Ecuador, Georgia, Giappone, Grecia, India, Italia, Lettonia, Macedonia, Malta, Messico, Montenegro, Polonia, Romania, Russiyana-Compagnia di Danze Russe e di Carattere con sede a Milano- Serbia, Slovacchia, Spagna ed Ucraina), protagonisti del 66° Festival Internazionale del Folklore e del 21° Festival Internazionale “I Bambini del Mondo”.
A far da cornice agli eventi, Agrigento e il suggestivo scenario della Valle dei Templi, dove, al tramonto, una fiaccolata lungo la via Sacra culmina davanti alla spianata del Tempio della Concordia con la tradizionale accensione del “Tripode dell’amicizia” a sugellare il via ai festeggiamenti. Una cerimonia particolarmente suggestiva e coinvolgente con cui si rinnova quello che è lo spirito del Mandorlo in Fiore, a simboleggiare un abbraccio collettivo che rinsalda la profonda relazione tra i popoli, da cui parte un inno alla pace, declinato in ogni forma di spettacolo, sotto la direzione artistica affidata a Marco Savatteri.
Da Agrigento si eleva il nostro grido di pace per tutti i popoli martoriati – dichiara il Sindaco della città dei Templi, Franco Miccichè – il nostro auspicio – aggiunge – è che il fuoco sacro da qui corra lontano ad illuminare e guidare le menti e le azioni dei potenti della Terra, oggi, purtroppo, sempre più afflitta da guerre e conflitti.
Ad aprire le danze l’esibizione del gruppo che ha visto insieme russi ed ucraini, in un mix di colori, musiche e sventolare di bandiere che da sempre rappresenta il concetto di unità tra i popoli, quest’anno, rafforzato da un ulteriore rituale, quello del “mescolamento di terre” provenienti dai diversi Paesi. Ad ogni gruppo partecipante è stato chiesto, infatti, di portare una zolla di terra dalla propria nazione. Terre che ad Agrigento si sono mescolate per diventare una soltanto, quella che, nel segno dell’amicizia, unisce artisti locali e internazionali, musicisti e delegazioni di gruppi folkloristici di mezzo mondo e che fa del Festival uno dei momenti più caratteristici dell’Isola, già inserito nel calendario regionale degli eventi di grande richiamo turistico.
Nata come una festa popolare per celebrare il raccolto delle mandorle, la Sagra del Mandorlo in Fiore rappresenta oggi una tradizione particolarmente radicata nella storia e nella cultura del territorio. La sua origine viene fatta risalire al 1937, a Naro, legata ad un’idea del Conte Alfonso Gaetani, che intendeva promuovere la commercializzazione di alcuni prodotti tipici siciliani ed esaltare, al contempo, la bellezza della primavera, segnata dalla fioritura degli alberi di mandorlo. Avvenimento di straordinaria bellezza, decantato persino dalla mitologia greca. Omero racconta della fioritura del mandorlo collegandola alla storia di amore tra Acamante e Fillide. Sullo sfondo la guerra di Troia, durata dieci anni, durante i quali Fillide non smise mai di aspettare il suo amato andato a combattere. La guerra finì con la conquista della città, i superstiti iniziarono a far ritorno a casa, ma non Acamante. Non vedendolo più tornare la principessa Fillide si convinse che il suo amato fosse morto e si lasciò morire per la disperazione. La dea Atena, toccata dalla morte di Fillide, decise, così, di farla diventare un albero di mandorlo. Acamante, però, tardò a ritornare per un blocco alla nave e quando venne a sapere della morte della sua amata e del fatto che era divenuta un mandorlo, andò verso l’albero e l’abbracciò e il mandorlo fiorì, come se volesse stringerlo a sé.
Storia e mito racchiusi in una Sagra popolare divenuta, negli anni, un evento di portata internazionale e che oggi attrae turisti e curiosi da ogni parte del mondo. Si ripete ogni anno all’inizio di marzo, trasformando la città dei Templi, per un’intera settimana, in un teatro di balli, colori e musiche di terre lontane. Un momento di promozione del territorio che, per l’occasione, può essere attraversato anche a bordo dei treni straordinari messi a disposizione da Regionale di Trenitalia, di concerto con la Regione Siciliana e Ferrovie Kaos. Servizio che prevede collegamenti aggiuntivi fra Agrigento Centrale e Aragona Caldare e fra Palermo Centrale e Agrigento Centrale.
Domenica 17 marzo la giornata conclusiva della 76^ edizione della Sagra del Mandorlo in Fiore con la sfilata del gruppi internazionali e dei “Bambini del mondo”, da piazza Vittorio Emanuele al Viale della Vittoria, il momento clou della kermesse con i cortei storici, i gruppi folkloristici, i carretti siciliani e le bande musicali. Nella Valle dei Templi, ai piedi del maestoso tempio della Concordia, la cerimonia finale con l’assegnazione del “Tempio d’Oro 2024”, a cura di una giuria internazionale che premia i migliori gruppi folkloristici partecipanti alla kermesse.
Legati alla Sagra del Mandorlo in Fiore 2024 anche la conferenza promossa dal Distretto Turistico, sul tema “Scenari di Pace: il ruolo dei Popoli e della Cultura” e tutta una serie di eventi collaterali orbitanti attorno ai prodotti tipici locali: la “Mandorla in Tavola”, una selezione di piatti a base di Mandorla; i Mercatini del Mandorlo, esposizione artigianale, e il Mandorlo in Fiore Food Village, in piazza Marconi, dedicato allo Street Food. Eccellenze del territorio che accostate alla bellezza del paesaggio diventano protagoniste indiscusse del “Mandorlo in Fiore, Sagra che da oltre settant’anni parla anche di pace e fratellanza, sfruttando la ricchezza culturale e gastronomica della città dei Templi e della Sicilia nel suo insieme. Un momento che incarna appieno l’essenza di una Agrigento che si prepara a celebrare il suo ruolo di Capitale Italiana della Cultura 2025.