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Agricoltura

Agrigento. Crisi idrica Sciacca, esposto alla procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità del gestore 

di Francesca Gallo -





Dal versante belicino, intanto, la proposta di utilizzo di due sorgenti e tre pozzi nel territorio di Montevago a sostegno dei comuni maggiormente assetati.

Sciacca, troppi turni di distribuzione saltati e sempre più quartieri a secco, senzcqua anche per 48-50 giorni consecutivi. La stituazione relativa alla crisi idrica si fa drammatica e nelle ultime ore arriva anche un esposto in Procura, finalizzato ad accertare eventuali responsabilità del gestore.

L’iniziativa è dei consiglieri comunali di opposizione Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò, secondo cui potrebbero esserci responsabilità di rilievo penale da parte dei dirigenti di Aica, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini che gestisce il servizio in provincia. L’esposto alla Procura della Repubblica di Sciacca chiede accertamenti sulla non trasparenza rispetto alla mancata erogazione del servizio idrico, sulle continue interruzioni nella fornitura dell’acqua, con tutte le conseguenze che il disservizio comporta sul piano igienico sanitario. Ma si fa riferimento anche alle difficoltà degli utenti a mettersi in contatto ed avere risposte dal gestore, ai mancati interventi di sistemazione delle tante perdite idriche che si registrano in città e alla vicenda attinente alle procedure da seguire per ricevere l’approvvigionamento sostitutivo tramite autobotti, ritenuta inopportuna in un’estate all’insegna dell’emergenza. 

L’esposto fa seguito alla lettera inviata proprio ieri dal sindaco di Sciacca Fabio Termine ai vertici di Aica, in cui il primo cittadino, dopo mesi di emergenza e una gestione approssimativa della crisi idrica, ha rappresentato tutta l’indignazione e la rabbia dei saccensi che si vedono privati di un bene essenziale, in una città, tra l’altro, ricca di risorse idriche. 

Alla luce di una situazione divenuta insostenibile, nella nota ai vertici Aica, il sindaco di Sciacca chiede trasparenza assoluta nella gestione del servizio, con priorità alla normalizzazione dei turni di erogazione, all’intervento tempestivo sulle perdite idriche che determinano una grossa inefficienza sull’approvvigionamento idrico e ai lavori di riattivazione dei pozzi di Grattavoli da utilizzare, prima per ristabilire la normale situazione idrica a Sciacca ed eventualmente, solo dopo, essere destinata ad altri Comuni. I cittadini – scrive – devono essere messi a conoscenza delle reali motivazioni per cui, troppo spesso, i turni vengono annullati o rinviati senza preavviso. Ne è un esempio, in ordine di tempo – evidenzia nella nota – il turno previsto nella giornata di domenica scorsa, 28 luglio, che approvvigiona il centro storico cittadino, ricco di strutture turistico ricettive e di migliaia di cittadini, rinviato a mercoledì senza alcun preavviso e motivazione.

Missiva che i due consiglieri ritengono, però, inutile, di facciata e tardiva, arrivata – dicono – solo dopo  settimane e settimane in cui cittadini, amministratori di condominio e comitati denunciano disservizi gravi.

La questione idrica stasera torna al centro dei lavori del civico consesso cittadino, animando il dibattito politico che si preannuncia infuocato.

Margherita La Rocca Ruvolo: “Necessario ripristino delle reti colabrodo e immissione di risorse idriche nella rete”

Dal versante belicino, intanto, si fa strada la proposta di utilizzo di due sorgenti e tre pozzi nel territorio di Montevago che potrebbero alleviare lo stato di emergenza.

Ad avanzarla è la parlamentare e sindaca del comune agrigentino, Margherita La Rocca Ruvolo, che con una nota inviata all’Ati e alla Protezione Civile regionale ha indicato le due risorse che si trovano nel suo comune, la sorgente San Nicola e della Rosa e i pozzi Magaggiaro, le cui acque possono facilmente essere immesse in rete.

“Il capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina, ha dato la sua massima disponibilità nel finanziare gli interventi – dichiara Margherita La Rocca Ruvolo – a sostegno dei comuni maggiormente assetati. Fanno male al cuore le immagini di agrigentini che riempiono l’acqua nelle fontane con file lunghissime, come negli anni ’50 – dichiara la sindaca – che invita il nuovo consiglio direttivo dell’Ati a lavorare per trovare soluzioni utili a tirare fuori la provincia da questo stato di disagio permanente. Tentare di nascondere il problema o minimizzarlo non giova alle nostre comunità – aggiunge Margherita La Rocca Ruvolo – per la quale è necessario lavorare e con estrema rapidità al ripristino delle reti colabrodo e all’immissione di risorse idriche nella rete per portare l’acqua a casa dei cittadini e nelle campagne”.