Agrigento: a Comitini è nata una bambina!
Tranquilli, non è un errore di stampa. Dopo 51 anni torna a sentirsi il pianto di una neonata nel piccolo borgo dell’Agrigentino. Un evento raro quanto una nevicata ad agosto, che però accende una speranza in un paese che sembrava destinato al silenzio
Comitini, provincia di Agrigento, 800 anime scarse, una piazza, due bar, il vento che arriva dalle miniere e una storia più grande della sua mappa. C’è stato un tempo in cui questo paese pulsava di vita e carbone, con minatori che andavano e venivano come il sole tra i tetti. Oggi, la miniera è chiusa, la scuola pure, e le nascite erano un lontano ricordo.
Fino a qualche giorno fa
Sì, perché proprio qui, dove le rondini fanno il nido senza nessuno che le disturbi, è nata una bambina. La prima in 51 anni. Non una metafora, non una battuta da bar. Una neonata vera, in carne, ossa e pianto, venuta alla luce non in ospedale ma… alla guardia medica. E no, il medico non era ostetrico, ma si è trovato a fare anche quello. Il dottor Salvatore Natalello, in servizio al momento, ha assistito la mamma con calma e sangue freddo, fino all’arrivo dell’ambulanza. Ma quando i soccorritori sono arrivati, la nuova cittadina di Comitini aveva già deciso di non aspettare.
A raccontarlo, con una punta di emozione e legittimo orgoglio, è stato il sindaco Luigi Nigrelli. Il quale ha colto l’occasione per ringraziare pubblicamente il medico, la cooperativa Cometa (che segue i rifugiati nel territorio) e, soprattutto, la vita, che ha scelto di riaccendersi in un luogo dove molti pensavano si fosse spenta per sempre.
Ma perché 51 anni di silenzio?
La risposta non è semplice. Comitini è uno dei tanti comuni dell’entroterra siciliano colpiti da un fenomeno ben noto: spopolamento, invecchiamento, emigrazione giovanile e mancanza di servizi. Le miniere di zolfo che un tempo facevano la fortuna del paese sono ormai solo un ricordo, e con esse sono andate via anche le famiglie, i bambini, i rumori nei cortili.
Negli anni, la popolazione si è ridotta, e con essa anche le nascite. In molti casi, gli unici nuovi arrivi sono stati i migranti accolti in progetti di integrazione. Come la mamma protagonista di questa storia, che fa parte del progetto Cometa e che ha trovato proprio qui, in questo angolo dimenticato, un futuro possibile.
Un paese che torna a respirare
Il pianto di una neonata, a Comitini, non è solo un evento raro: è un segnale. Un promemoria che la vita non segue le statistiche, che può ricominciare anche dove sembrava tutto fermo. Che un medico può fare la differenza, che una comunità può ancora accogliere, e che anche un paese apparentemente dimenticato può tornare a essere culla, nel senso più profondo del termine.
E così, mentre il sindaco promette una visita alla mamma e alla bambina, e prepara una stretta di mano ufficiale al dottor Natalello, una domanda rimbalza leggera sulle strade silenziose di Comitini:
“Chissà se tornerà anche l’asilo?”