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Aggressioni a medici e infermieri, Cisl Sicilia: “Azioni immediate di contrasto”

di Redazione -





Un appello per contrastare le aggressioni al personale degli ospedali, medico e sanitario, lanciato da Cisl, Cisl Fp e Cisl Medici Sicilia.
“Siamo di fronte a un’escalation – affermano Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl Sicilia, Daniele Passanisi, segretario generale Cisl Fp Sicilia, e Bruna Vitale, segretaria generale Cisl Medici Sicilia -. Gli episodi di violenza contro chi quotidianamente si impegna per la cura e la salute della collettività stanno assumendo dimensioni allarmanti. Sono necessarie azioni immediate e risolutive, perché si rischia di compromettere tutta la qualità del servizio sanitario”.

“Come abbiamo ribadito nell’ultimo incontro con l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo – affermano i rappresentanti sindacali che vogliono sia posto fine alle aggressioni del personale negli ospedali – vanno immediatamente predisposti, di concerto con gli organi competenti, presidi delle forze dell’ordine negli ospedali. Occorre rafforzare le misure di sicurezza all’interno dei nosocomi, soprattutto nei pronto soccorso e nei reparti più a rischio, attraverso la presenza di personale di sorveglianza adeguato e l’installazione di sistemi di controllo efficaci. Vanno implementati i protocolli di emergenza per la gestione immediata di situazioni di violenza, garantendo la tutela legale e psicologica degli operatori aggrediti”. La Cisl ribadisce la necessità di avviare nel più breve tempo possibile la riorganizzazione della rete ospedaliera e della medicina territoriale.

“Il sovraffollamento dei pronto soccorso è una criticità da risolvere prima possibile – proseguono – e per farlo serve che la rete ospedaliera sia ammodernata e riorganizzata, partendo dall’aumento del tetto di spesa, in modo da consentire l’assunzione di nuovo personale. Parallelamente va incentivata e rivista la medicina territoriale perché, come abbiamo sempre ribadito, il ricorso al Pronto soccorso deve essere limitato a situazioni d’urgenza, non può e non deve essere sostitutivo dell’assistenza sanitaria e medica nei territori. Chi lavora per la salute non deve rischiare la propria. Noi continueremo a vigilare a mobilitarci affinché ogni singolo lavoratore, medico e sanitario, possa operare in condizioni di dignità e sicurezza”.