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Aeroporto di Comiso, un potenziale turistico commerciale non sfruttato

di Cesare Pluchino -





L’aeroporto di Comiso, importante scalo nato dalle ceneri del vecchio aeroporto militare Magliocco, che insiste sul sedime della ex Base NATO che ospitava i missili Cruise, ormai smantellata e abbandonata, non esce dal vortice di inefficienza e disinteresse politico che lo stanno avvicinando, per restare in tema aeronautico, al punto di non ritorno.

Ingenti risorse economiche sono state, nel tempo, destinate allo scalo ma utilizzate male e senza effetti concreti sulla sua crescita e sul suo sviluppo.

Come sostenuto da autorevoli politici, soffre il peccato originale di una gestione non affidata a esperti dal primo momento, lasciata cadere nelle mani della società di gestione dell’aeroporto di Catania che ha trovato il modo, in un primo tempo, di stoppare la eventuale concorrenza dello scalo comisano, riuscendo, in seguito, ad assorbire la SOACO, originaria società di gestione controllata esclusivamente dal Comune di Comiso.

Nel 2007 la INTERSAC Hoding SpA, controllata dalla SAC, si aggiudicò la gestione dello scalo assieme al 51% delle quote della società aeroportuale. Nel febbraio del 2008 la INTERSAC acquistò altre 588.000 azioni della SOACO, pari al 14% delle quote dal comune di Comiso, portando il proprio pacchetto al 65%.

Nel 2022 la SAC, società soggetta a direzione e coordinamento da parte della CCIAA di Catania, Ragusa e Siracusa, ha acquisito per incorporazione la Soaco.

Sono note le difficoltà degli aeroporti minori che necessitano, in ogni caso, di cospicui finanziamenti pubblici, molte compagnie aeree considerano economicamente non conveniente decollare e atterrare da Comiso, ma è indubbio che lo scalo casmeneo si rivolge a un bacino di utenza che dal sud est della Sicilia arriva a Gela e alla provincia di Caltanissetta, in grado di venire incontro non solo alle esigenze del territorio per il traffico nazionale, eminentemente Roma e Milano, ma anche al servizio di comunità locali all’estero.

Uno scalo in grande spolvero come quello di Catania, fra i primi in Italia per il traffico passeggeri, deve certo tutelare, attraverso la sua società di gestione, i suoi interessi economico finanziari, ma relegare Comiso a struttura secondaria di emergenza appare ogni giorno di più un controsenso.

Attualmente, il traffico a Comiso vede solo due voli settimanali con l’estero, quello nazionale è a zero, si attendono gli esiti di un bando voluto dalla Regione e gestito dalla Camera di Commercio per alcune tratte nazionali, in attesa di vedere concretizzata, attesa da anni, la continuità territoriale.

Appare chiaro che la politica non è intervenuta, finora, e non vuole intervenire, come sostenuto da autorevoli esponenti politici.

In queste ore, forse sta trovando la quadra per rinnovare la governance di SAC, strappandola al controllo dell’AD Torrisi, prediletto di Forza Italia e del Presidente della Regione Schifani, con una parvenza di governance condivisa che ha trovato la totale approvazione di Fratelli d’Italia che conquista due poltrone nel CdA, assieme a espressioni del Movimento Autonomista di Raffaele Lombardo e all’approvazione della Lega di Sammartino che ottiene i revisori dei conti.

Una sparizione di poltrone in puro stile prima repubblica, attraverso la quale Fratelli d’Italia vorrebbe far intravedere intenzioni di rilancio per Comiso.

Tutta da vedere quale sarà la disposizione di Torrisi verso l’aeroporto di Comiso, nella governance non si intravedono le figure che potrebbero essere interessate ad un suo rilancio, in maniera specifica, non all’altezza del compito che dovrebbe assolvere il rappresentante di Fratelli d’Italia, di Comiso, ex sindaco della città, fedelissimo del capogruppo del partito all’Assemblea Regionale Siciliana, l’on.le Giorgio Assenza, pure lui di Comiso, di recente padrino politico della sindaca della cittadina Iblea che è stata eletta, con elezioni di II livello, Presidente della Provincia.

Con tale formazione a difesa, l’aeroporto dovrebbe decollare senza esitazioni, l’autorevole capogruppo all’ARS, la sindaca di Comiso che detiene il residuo 0,97 % e la delega dell’aeroporto alla Provincia, il fedelissimo nel CDA, non ci dovrebbero essere dubbi, eppure, nessuno crede nel rilancio di Comiso.

Ci sono tutte le sensazioni buone per poter affermare che la governance condivisa è servita solo per i posti nel CdA di SAC per Fratelli d’Italia e MPA, poco cambierà per Comiso e per il territorio interessato, almeno a breve.