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Ad un anno dalla morte l’Arcivescovo di Palermo, Lorefice, ricorda Biagio Conte

"Biagio Conte ha creduto in questa causa più di chiunque altro, fin dall'inizio fino alla fine"

di massimilianoadelfio -




“Uniamoci tutti oggi, idealmente dietro a Fratel Biagio. Muoviamoci insieme, amata Chiesa di Palermo, affinché l’onore tributato a Biagio non resti solo un gesto emotivo o superficiale. L’onore reso ai martiri alla loro morte risulta ipocrita e vuoto se non è accompagnato da una conversione autentica verso la testimonianza e la santità. Palermo attende con ansia che l’opera di Fratel Biagio prosegua e si rafforzi. Ciò implica atti di condivisione, liberazione, consolazione e profezia.”

Queste sono le parole dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, pronunciate ieri pomeriggio durante la celebrazione eucaristica presso la chiesa “Casa di preghiera per tutti i popoli” all’interno della Missione di Speranza e Carità di via Decollati, nel primo anniversario della morte di Fratel Biagio Conte. I vescovi di Sicilia hanno concelebrato la messa.

“Biagio Conte ha creduto in questa causa più di chiunque altro, fin dall’inizio fino alla fine, dimostrando amore per i poveri, i quali sono prediletti e protetti dal Signore,” ha aggiunto Lorefice. “Questo amore ha superato ogni ostacolo. È per questo che Papa Francesco lo ha definito ‘generoso missionario di carità e amico dei poveri’. L’unico tumulto che ha conosciuto è stato quello della voce che ha sollevato, una provocazione lanciata con la propria vita, spingendoci a riflettere – mettendoci anche in pericolo – su quanti e quali individui la società rischia di escludere quando dimentica la fratellanza e trascura la Casa comune: sulle strade, nelle periferie geografiche e urbane, nei mari e nei valichi di frontiera.”

Il successore di Biagio Conte alla guida della missione, don Pino Vitrano, ha dichiarato: “Abbiamo iniziato questa impresa come persone considerate pazzie, ma la presenza di tutti qui oggi dimostra che quella ‘pazzia’ è un segno profetico per questa città.”