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Accorpate o “accoppate”? E ora le scuole catanesi non ci stanno

di Redazione -





di ELISA PETRILLO
Troppi banchi vuoti tra le scuole siciliane e il rinnovamento del sistema educativo in Sicilia. Una trasformazione avviata dalla recente legge di bilancio, che sta coinvolgendo più di 100 scuole dell’Isola. Questo intervento, emanato dal Governo, ha come obiettivo principale l’unione di scuole elementari e medie che non raggiungono un determinato numero minimo di iscritti ma non riguarderà le scuole situate in località geograficamente isolate o in zone che presentano specifiche difficoltà. Particolarmente rilevante è il caso della provincia di Catania, dove l’impatto di questa manovra coinvolge 17 istituti.

Tra questi, anche scuole secondarie di secondo grado. La scuola Mario Rapisardi si unirà alla Dante Alighieri, la Giovanni Verga alla Malerba, mentre la Cesare Battisti incorporerà i plessi della scuola Coppola di via Acquicella e di via Zammataro, con la Coppola che sarà a sua volta accorpata alla Deledda. Questa ondata di accorpamenti come detto, si estende anche alle aree provinciali. Sono coinvolti diversi comuni, con tre istituti a Paternò, due a Biancavilla, uno ad Acireale, a Bronte, a Caltagirone, a Randazzo, a Zafferana, e poi ancora a Giarre Riposto e Sant’Agata li Battiati e sempre uno ad Adrano. A Catania scoppia la polemica sull’accorpamento dell’Istituto tecnico aeronautico statale Arturo Ferrarin e il nautico Duca Degli Abruzzi. Sono due istituti con specializzazioni del tutto diverse, che ha scatenato il dissenso degli studenti del Ferrarin che hanno deciso di scendere in piazza per dire “no” a questa fusione, che di fatto comporterebbe la perdita dell’autonomia.

Un ridimensionamento che potrebbe nel giro di un anno diventare realtà. Ieri mattina è partito dalla villa Bellini un lungo sit-in che si è snodato lungo la via Etnea fino a piazza Stesicoro. Un lungo corteo di circa 300 persone che vede al fianco degli studenti, docenti e genitori. Lo scopo della protesta è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla riorganizzazione dell’istituto, ma nel contempo anche mandare un segnale preciso alle istituzioni, sia locali che nazionali, sull’insofferenza dei ragazzi di fronte alla possibilità di mettere insieme i due istituti, che rischiano di perdere la propria identità.

“Siamo in piazza per dire no a questo accorpamento – spiega Giuseppe Russo, rappresentante d’istituto del Ferrarini – vogliamo mantenere la nostra identità. Con questa fusione la scuola rischia di perdere così la propria specializzazione. In Italia sono solo 3 gli istituti aeronautici puri, oltre Catania, Roma e Forlì, e il nostro rappresenta un punto di riferimento per quanto riguarda l’addestramento dei piloti, perché consente di prendere la prima licenza di pilota privato”. Il sindacato Cobas Scuola Catania, più volte ha contestato questi accorpamenti, le cui conseguenze colpiranno alcuni istituti come appunto quello del Ferrarin così come l’IC “M. Montessori” di Caltagirone.

“La nostra scuola è conosciuta nel mondo aeronautico anche a livello internazionale – dichiara Rosethel Vullo, Rsu Cisl Ferrarin – e come istituto d’eccellenza dell’università di Catania. I nostri alunni non hanno solo la possibilità di entrare nel mondo aeronautico, molti si iscrivono anche a ingegneria e altre Facoltà, perché acquisiscono una cultura generale. Questo comportamento non ci piace perché significa anche perdita di posti di lavoro”.

Alla protesta tanti docenti che hanno mostrato il loro supporto e vicinanza agli studenti sottolineando anche il valore della storia dell’Istituto. ” Sono orgogliosa di essere docente in questa scuola perché ho sempre visto un’identità forte – commenta la prof.ssa Emanuela Taschetta – una grande determinazione in questi ragazzi. La loro è una scelta consapevole, ci credono si impegnano. Sono tutti ragazzi disciplinati, hanno il senso del rispetto della legge e il senso civico”.