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Ragusa

Accade più a sud di Tunisi: un sindaco di Forza Italia a capo di una giunta con elementi tutti provenienti dalla sinistra

di Cesare Pluchino -





Succede anche questo nel variegato panorama della politica italiana, un sindaco, che si era dichiarato come espressione pura del civismo, che riteneva i partiti dei gusci vuoti, riprendendo una espressione di Ernesto Galli della Loggia, aveva realizzato una alleanza, per il suo secondo mandato, con altre espressioni del civismo locale.

Per capire bene il coacervo di sigle ammassate, occorre partire da lontano: la città di Ragusa veniva da un quinquennio governato dai 5 Stelle, il secondo capoluogo d’Italia con un sindaco del Movimento 5 Stelle.

L’origine

La città era alla ricerca di un volto nuovo come sindaco e, su input della componente dei giovani di Fratelli d’Italia, che sfida anche la segreteria regionale che voleva che si restasse, a Ragusa, nell’ambito della coalizione di centro destra, si tira fuori il nome di Peppe Cassì, avvocato, beniamino degli sportivi ragusani per il suo passato di eccellenza nella locale squadra di basket.

Alle elezioni, Cassì riesce ad avere la meglio, sia pure di poco, sul candidato del Movimento 5 Stelle, e dà vita ad una giunta con la lista Partecipiamo di Giovanni Iacono, un ex Margherita con trascorsi in Italia dei Valori e principi tendenzialmente più di centro sinistra che di centro destra, reduce da un patto di responsabilità con i 5 Stelle, che aveva portato lui alla presidenza del Consiglio e il suo Movimento in giunta.

Il tutto sullo sfondo di un rapporto di amore e odio con Fratelli d’Italia, che, per un breve periodo entra anche in giunta.

Lo snodo

Completato il primo mandato, Cassì ha la percezione, sbagliata, che la sua rielezione potrebbe non essere sicura e apre a possibili alleanze rigorosamente civiche, favorito dalla smania di alcuni esponenti dell’opposizione, del primo mandato, di salire sul carro del vincitore.

Conferma l’alleanza con Giovanni Iacono e la lista Partecipiamo, apre le porte a Ragusa Prossima di Giorgio Massari, un ex cattocomunista del Partito Democratico, apre anche a due consiglieri di opposizione, Mario D’Asta, già esponente di spicco del PD, e Giovanni Gurrieri, 5 Stelle nel primo quinquennio, passati, entrambi, per le regionali 2017 alla corte di Ignazio Abbate.

E qui c’è la prima falla del civismo di Cassì, che lo porta ad essere tacciato di falso civismo.

Il cambio

Trova una consonanza politica con Abbate, esponente della DC, e, insieme, mascherano Gurrieri sotto le insegne di una lista civica, Terra Madre, mentre D’Asta, che non riesce a convivere con Gurrieri, è alloggiato nella lista Partecipiamo di Giovani Iacono che diventa l’arca di Noè della coalizione, 24 candidati che fanno riferimento 8 a Iacono, 8 ad Abbate e 8 al sindaco.

Iacono, D’Asta e Gurrieri sono assessori designati, una fedelissima di Abbate, Rossana Caruso, viene poi eletta vicepresidente del Consiglio comunale.

Ma non sono i soli angoli della coalizione dove c’è profumo di partiti e di sinistra: il Movimento civico Ragusa Prossima accoglie nelle sue fila Azione di Carlo Calenda, con il segretario provinciale avv. Rosso che, addirittura, presenta la lista al Comune, c’è anche la lista di Cateno De Luca che, al tempo era all’opposizione del governo di centro destra alla regione, in giunta è designata anche una esponente che fa capo al Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo.

Sindaco omnicomprensivo

In pratica, Cassì imbarca tutti, per la paura di non farcela, anche se, a risultato acquisito, si rende conto che i numeri erano ben altri e arriva a dire nella prima riunione: «Avrete visto che sarebbe bastato anche solo il mio consenso, quindi rassegnatevi, nella coalizione nessuno di voi è indispensabile».

La barca va, anche se non come nei primi 5 anni, la pioggia di finanziamenti del PNRR e i miraggi di una Ragusa del futuro, che intanto svaniscono ogni giorno di più, mascherano i limiti dati dall’inadeguatezza al ruolo e dall’incapacità di gestire la politica come si deve.

Uno degli effetti dell’inadeguatezza e dell’incapacità di fare politica è la scelta di trovarsi un partito per lanciare la sua carriera politica, partendo dalle regionali.

Obiettivo accasarsi

Una ricerca del partito condotta in maniera a dir poco pedestre, senza una minima ideologia di fondo, contatti con Lombardo di MPA, con Giorgio Assenza di Fratelli d’Italia, nonostante le forti resistenze del senatore Sallemi, contatti con Marco Falcone che lo presenta a Caruso, a Tajani e a Schifani.

Nelle more di trovare casa politica, come civico, si allea con Giorgio Assenza che vuole garantire la presidenza della Provincia alla sua fedelissima, sindaco di Comiso, ottenendo la carica di vicepresidente.

Si gioca su più tavoli

Più a sud di Tunisi, ci troviamo, quindi, con un sindaco civico, alleato di Fratelli d’Italia e in coalizione alla provincia con Fratelli d’Italia, Forza Italia e MPA, mentre al Comune di Ragusa amministra con la sua giunta para civica, con Fratelli d’Italia, Forza Italia e DC all’opposizione, con il sostegno degli esponenti, in giunta, di MPA e Sud chiama Nord, quest’ultimo transitato intanto nel centro destra, alla corte di Schifani.

Con un colpo di mano, che sorprende anche Marco Falcone, il segretario regionale di Forza Italia, Caruso, convoca Cassì e lo porta a Roma da Tajani.

Nino Monardo ha appena il tempo di anticipare il suo ingresso in Forza Italia, i vertici provinciali, nelle persone del segretario Cugnata e del sindaco di Ispica Leontini tentano di arginare le voci sul passaggio di Cassì in Forza Italia, ma è ormai cosa fatta.

Chi comanda?

Non si comprende chi avrà la leadership a Ragusa e in provincia, anche se ci sono i soliti motivi per propendere per quella di Minardo, come spesso avvenuto in passato, anche a costo di rompere il giocattolo.

Forse, a Roma non sanno quello che sta accadendo, e forse non lo hanno capito bene neanche a Palermo.

Cassì ha intascato la tessera di Forza Italia, con la benedizione dei vertici nazionali, ma mantiene intatta la sua coalizione civica al Comune, dichiara di non avere intenzione di subire condizionamenti per la linea politica sulla la città, condivisa con i suoi alleati, dice di essere aperto al confronto con la base del partito in città, ci sarà stato al massimo qualche pour parler, ma non ci sono elementi per dire che si sia avviato un confronto politico serio.

FI in maggioranza e in opposizione?

Per il momento, il rappresentante di Forza Italia in Consiglio comunale, a Ragusa, l’avv. Gaetano Mauro, ha dichiarato di restare in minoranza, all’opposizione, fino a quando la situazione non sarà chiarita.

Forza Italia può vantare un sindaco che governa appoggiato da una coalizione civica fatta di elementi di sinistra, della maggioranza del sindaco nessuno ha intenzione di passare in Forza Italia, evidentemente cercano garanzie sul futuro.

Anche Fratelli d’Italia è all’opposizione di un sindaco con cui è alleato alla provincia e al quale ha garantito la carica di vicepresidente, anche se il consigliere comunale e il coordinatore cittadino sono, per ora, totalmente afoni.

A Roma queste cose le sanno?