A Sciacca una nuova frontiera per l’utilizzo del sangue cordonale
di FRANCESCA GALLO
Se fino ad oggi il sangue cordonale aveva come unica mission d’utilizzo le cellule staminali e il trapianto, adesso si apre una nuova frontiera, rappresentata dalla possibilità di impiegare questa preziosa fonte per altri scopi clinici. Stiamo parlando di quel sangue e di quel tessuto cordonale che, al momento del parto non avendo nessun impatto sulla salute del feto e della mamma, sono stati per tanto tempo considerati uno scarto e, come tale, rifiuto a perdere, ma che, invece, costituiscono un enorme potenziale. Si pensi alla trasfuzione neonatale per piccoli pazienti prematuri, a bassissimo peso, ma anche alla produzione di colliri per la cura di patologie olftalmiche. Lo dimostra un recente progetto avviato dalla Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca. Una struttura sanitaria all’avanguardia, operativa sin dagli anni ’90 presso il presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” che, con i suoi 500 metri quadrati di spazi freddi per la conservazione delle unità per uso dedicato, necessarie per patologie curabili con il trapianto di cellule staminali, rappresenta un formidabile meccanismo di salvataggio. È diretta dal dottor Pasquale Gallerano e intitolata dal dicembre 2022 a Lillo Ciaccio, l’ematologo saccense che ha dedicato tutta la sua vita alla promozione della struttura, riconosciuta come esempio di “BestInSanitas” e tra le eccellenze in campo sanitario su tutto il territorio siciliano e nazionale. Oltre a raccogliere e custodire le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, la Banca Cordonale di Sciacca, si distingue anche per l’efficienza mostrata nella riduzione degli sprechi attraverso l’impiego di emocomponenti non utilizzabili ai fini del trapianto del midollo, per produrre gel e colliri utilizzati per il trattamento di patologie che necessitano di terapie rigenerative. “Dallo scorso ottobre, quando è partito il progetto – dichiara Gallerano – numerose sono state le richieste e centinaia i pazienti trattati in tutta la Sicilia, mentre ci si appresta ad avviare una collaborazione con il reparto di oculistica dell’Ospedale Maggiore di Milano che si è rivolto alla Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca come unica struttura in Italia con numeri importanti, capace di fornire trecento colliri da sangue cordonale per permettere di inizare uno studio clinico, nell’ambito di un progetto approvato e finanziato dal PNRR”. “Sciacca è stata individuata come banca di riferimento e questo è per noi motivo di orgoglio” afferma con soddisfazione il direttore dell’unità operativa complessa di Medicina Trasfusionale, impegnato in prima persona a divulgare gli scopi scientifici dell’iniziativa e più in generale il concetto di “donazione”, ricordando come le cellule staminali non si possono produrre in laboratorio o a livello industriale, pertanto l’unica fonte è quella rappresentata dalla donazione. L’attività informativa entrata nelle scuole e indirizzata nella fattispecie agli alunni del Biomedico del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Sciacca, si propone di evidenziare l’importanza che nella medicina moderna riveste la cultura della donazione, divulgando proprio tra le nuove generazioni il concetto di partecipare con senso civico al percorso di donazione, per rendersi utili al prossimo e alla ricerca scientifica. Ricerca che ogni giorno fa passi da gigante, consentendo in anni di attività di salvare numerose vite umane. Ricordiamo la vicenda del piccolo paziente ungherese di soli due anni colpito da leucemia che nel 2020 ha ricevuto un trapianto di cellule staminali provenienti dalla Banca del Cordone Ombelicale dell’Ospedale di Sciacca. La sacca, con le cellule staminali provenienti da sangue cordonale crioconservate presso la struttura saccense, era stata donata da una mamma siciliana ed è stata immediatamente resa disponibile dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. Grazie alla stretta collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, il Centro Nazionale Sangue ed il Registro Nazionale IBMDR dell’Ospedale Galliera di Genova, è stata recapitata in Ungheria per le successive fasi di trapianto. Un risultato che è il frutto di un ponte sanitario che ha idealmente collegato Sciacca a Budapest, e di un grande gesto di altruismo da parte di chi decide di donare la sacca di tessuto cordonale che col suo ricco bagaglio di cellule staminali rappresenta una delle più grandi opportunità che la medicina possa offrire. Grazie alla loro capacità rigenerativa e immunomodulatoria, le staminali sono un ausilio terapeutico per oltre 70 patologie e oggi si rivelano preziose alleate anche nella lotta contro diabete, malattie neurogenerative, come Parkinson e sclerosi multipla, trapianti cardiochirurgici e malattie autoimmuni. Un milione di trapianti nel mondo sono testimoni della loro efficacia “salvavita”.