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Attualità

A Sciacca, “La mensa della solidarietà” che offre da 13 anni i pasti ai più bisognosi

di Francesca Gallo -





di FRANCESCA GALLO
Ogni pomeriggio nel quartiere di Santa Caterina, cuore del centro antico di Sciacca, si aprono le porte della Mensa della Solidarietà, servizio che da ben 13 anni garantisce un pasto caldo ai meno abbienti. Un progetto che sin dal suo avvio ha visto tra i promotori don Pasqualino Barone, parroco della Chiesa di San Michele Arcangelo, fermamente convinto a portare avanti un’idea divenuta realtà il 27 dicembre del 2011. Inizialmente pensato solo per due sere a settimana, vista l’affluenza e la grande richiesta d’aiuto, dal 9 gennaio del 2012 il servizio veniva esteso dal lunedì al sabato, nei locali del seminterrato della Chiesa del Sacro Cuore, dove è rimasto per cinque anni, divenendo punto di riferimento di una vasta utenza fatta di gente non solo povera, ma bisognosa anche di compagnia, principalmente anziani, per i quali l’opportunità di condividere un pasto caldo può rappresentare un momento di conforto e socializzazione. Nel 2017 il trasferimento nella nuova sede di Santa Caterina, nei locali di proprietà del FEC concessi alla parrocchia, che dopo i necessari lavori di adeguamento può disporre di spazi idonei ed adeguati ad accogliere una cucina, la dispensa e una sala pranzo. È qui che incontriamo don Pasqualino, determinato, ancora oggi che è in pensione, a prendersi cura della Mensa della Solidarietà, di cui ne ripercorre il cammino fin dal suo sorgere. “Tutto è iniziato – ci racconta – da una testimonianza”. Una richiesta di aiuto pervenuta da una donna che con dignitosa umiltà si rivolge alla parrocchia perché impossibilitata ad assicurare di che vivere alla sua famiglia: il marito con problemi di salute che non gli permettono di andare a lavorare e tre figli piccoli da sfamare. Don Pasqualino non esita a dare una mano, ma vuole fare di più. Supportato da un gruppo di volontari decide di mettere su la Mensa della Solidarietà, per garantire un pasto giornaliero a quanti hanno maggiori difficoltà a procurarsi il cibo per il sostentamento quotidiano. Sul filo del passaparola iniziano ad arrivare le prime donazioni: la cucina da campo, messa a disposizione dagli scout, le stoviglie, i tavoli, le sedie e i beni di prima necessità, frutto di innumerevoli donazioni. “In oltre un decennio di attività non sono mancati anche i momenti di difficoltà – riferisce – ma non ci siamo mai arresi”. Messa a dura prova anche dalla pandemia, dopo due mesi di chiusura, la mensa ha riaperto i battenti nell’ottica di garantire un servizio fondamentale. “Siamo arrivati ad avere anche più di 60 commensali al giorno – racconta – e abbiamo assicurato un pasto a tutti quanti, anche a chi, nella riservatezza, preferisce ritirare il cibo da portare via, e persino effettuando le consegne a domicilio per chi è costretto a casa, per malattia o perché agli arresti domiciliari”. Oggi l’utenza della Mensa della Solidarietà di Sciacca si è notevolmente ridotta a circa una ventina di persone. Un calo determinato probabilmente dagli incentivi statali e dalle misure sociali, come il reddito di cittadinanza, messe in campo negli ultimi anni per il contrasto alla povertà. “Ma la mensa continua e continuerà ad essere operativa – assicura don Pasqualino – grazie alla solidarietà di tanta gente”. Un significativo contributo arriva dal mondo dell’associazionismo locale (Rotary Club, Inner Weel, Fidapa, Lions Club) con i suoi infaticabili volontari che si alternano nelle diverse attività richieste. I viveri non mancano, gli scaffali della dispensa ne sono pieni. Provengono da raccolte fondi varie e donazioni effettuate dalle attività commerciali e di ristorazione, dalle strutture ricettive, dalle scuole. I panettieri assicurano il pane tutti i giorni, altre attività consegnano la frutta, i dolci, ma la principale fonte di approvvigionamento resta il Banco Alimentare. “Apriamo la mensa ogni giorno alle 15.30 – dichiara il responsabile Mimmo Corona – per iniziare la preparazione dei pasti. C’è chi cucina, chi serve ai tavoli e chi riordina e pulisce”. Una catena solidale quotidianamente impegnata ad assicurare la sopravvivenza a quanti vivono in condizione di difficoltà. Un’utenza composta principalmente da persone del posto, per le quali la mensa rappresenta il luogo dove assicurarsi un pasto da consumare in compagnia. Da qualche tempo nel servizio mensa è stato incluso anche il pranzo della domenica. “Il mio intento è quello di assicurare il proseguimento del servizio – dichiara don Pasqualino – anche se c’è da fare i conti con le spese divenute troppo onerose! Ad incidere sono soprattutto le bollette per il consumo di energia elettrica, per le quali si è arrivato a pagare anche più di 700 euro”. In un contesto come quello attuale, sempre più segnato dal disagio che le comunità si trovano a vivere, la Mensa della Solidarietà è un segno concreto di una parrocchia vicina alla gente, che fa rete e si fa carico della richiesta di aiuto proveniente dal territorio. La recente introduzione di nuovi servizi Caritas, come docce e lavanderia, attivati lo scorso novembre da un’altra parrocchia, quella del Carmine di Sciacca, offre la possibilità agli indigenti della città di curare la propria igiene personale, supportata anche da una parruccheria uomo-donna, iniziativa denominata “Un taglio per un sorriso”. “Grazie al nuovo servizio anche nella nostra città – dichiara don Luca Restivo alla guida della comunità ecclesiale del Carmine – le persone meno fortunate, con difficoltà alloggiative e senza fissa dimora, hanno finalmente a disposizione un luogo dove poter fare una doccia, lavare e asciugare i propri indumenti e curare la propria igiene personale con l’aggiunta del servizio parrucchieria uomo/donna, sostenuto e finanziato con i fondi 8×1000 e gestito dal parrucchiere saccense Michele Ciulla che ha personalmente donato le attrezzature per avviare l’attività”. Anche qui determinante è il supporto dei volontari della Caritas parrocchiale che si occupano di gestire i servizi messi a disposizione, a titolo completamente gratuito, di tutti coloro che ne hanno bisogno.