A Mislimeri i funerali di Sara Campanella
La piazza di Misilmeri è colma di persone, così come la chiesa di San Giovanni Battista, dove si è celebrato l’ultimo saluto a Sara Campanella, la giovane studentessa vittima di femminicidio. La sua bara bianca è stata portata a spalla dalla chiesa delle Anime Sante fino alla chiesa madre, attraversando in silenzio una folla profondamente commossa. Solo un lungo applauso ha rotto il silenzio quando la bara ha iniziato a salire i gradini della chiesa.
Molti giovani indossavano magliette bianche con la scritta nera “No Violenza”, mentre i familiari stringevano una foto di Sara e un palloncino rosa a forma di cuore con la frase che lei amava ripetere: “Mi amo troppo per stare con chiunque”.
Durante l’omelia, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha espresso parole intense e toccanti: “Siamo qui, sconvolti, davanti a un corpo martoriato, una vita rubata con crudeltà. Perché?”. Ha poi sottolineato come la violenza continui a lacerare il mondo, in particolare colpendo le donne, e ha definito ogni forma di violenza un fallimento collettivo.
“L’amore non uccide”, ha proseguito, “Sara è la nostra ferita aperta. Piangiamo con voi, cari genitori, fratello, amici. Vi doniamo il nostro silenzio e le nostre lacrime”.
Alla cerimonia hanno partecipato anche autorità regionali e locali, tra cui il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. La chiesa non è bastata a contenere tutti i presenti: un maxi schermo in piazza ha permesso a molti di seguire la funzione.
Nel frattempo, a Palermo, davanti alla cittadella universitaria, è apparso uno striscione con una frase forte e diretta: “Il femminicidio è omicidio di Stato”.