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Ambiente

Sigilli alla “Fossa del leone”, discarica fantasma di Santa Margherita di Belice

di Francesca Gallo -





La zona del Comune agrigentino ora posta sotto sequestro preventivo dai carabinieri è da tempo una “discarica fantasma” di rifiuti solidi urbani e speciali, ma il sindaco in proposito ha voluto precisare: “nel nostro territorio non esiste alcuna discarica di amianto”.

Eseguendo un provvedimento di sequestro, i Carabinieri della  Stazione di Santa Margherita di Belice, Comune della provincia di Agrigento, hanno apposto i sigilli ad una vasta area ricadente in contrada Giacheria, interessata nelle scorse ore da due corposi incendi che hanno divorato oltre dieci ettari di terreno, investendo anche il vallone Dragonara. 

Per domare le fiamme è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco del locale Distaccamento, con l’aiuto di canadair, protezione civile e corpo forestale.

La zona in questione, di proprietà comunale, originariamente era stata destinata ad ospitare gli sfollati del post sisma del Belice e negli ultimi tempi era diventata una vera e propria discarica di rifiuti speciali e solidi urbani.Per questo motivo, dopo l’attività di spegnimento del fuoco, i carabinieri della locale Stazione hanno eseguito un provvedimento di sequestro dell’intera area apponendo i sigilli. 

“Nel territorio di Santa Margherita di Belice non esiste alcuna ‘discarica di amianto’  come falsamente divulgato”  replica il sindaco Gaspare Viola. 

L’area, della cosidetta “Fossa del leone” – precisa in una dettagliata nota il primo cittadino di Santa Margherita – è di proprietà comunale ed è stata espropriata dallo Stato per la realizzazione di una delle baraccopoli destinate ad ospitare i senza tetto, dopo il terremoto del 1968 che rase a suolo diversi Comuni della Valle del Belice. Area che, in applicazione delle leggi in vigore, è transitata nella disponibilità del Comune di Santa Margherita.

Sin dagli anni ’70 ha ospitato baracche fornite dallo Stato come alloggi provvisori, molte delle quali contenenti amianto. Una situazione che si è protratta nel tempo, per oltre un trentennio.

La zona  – viene chiarito nella relazione divulgata alla stampa –  tra il 2006 e il 2007 è stata oggetto di un importante e risolutivo intervento di rimozione delle strutture visibili, effettuato dalla Protezione Civile che ha consentito di smantellare circa 300 baracche destinate ad ospitare i terremotati subito dopo l’evento sismico. Ulteriori interventi di bonifica nel corso degli anni sono stati eseguiti dalle varie amministrazioni comunali.

Parliamo di un’area infossata – dichiara il sindaco – che da decenni giace in questo stato. Puntualmente ogni anno con l’arrivo della stagione calda è interessata da incendi di natura dolosa. 

L’area, che nel suo insieme, comprese le strade di accesso e i fabbricati privati che vi insistono, si estende complessivamente per circa 6 ettari – precisa il sindaco – rientra nel territorio periferico del centro abitato ed è sempre stata controllata dal Comune. Ogni suo varco è precluso all’ingresso e al transito con apposita segnaletica e barriere. 

“Non si comprende – afferma – cosa negli ultimi tempi l’abbia trasformata in una bomba ecologica. Di recente  l’amministrazione con i pochi mezzi che ha a disposizione il Comune, per mitigare il rischio incendi ha provveduto a realizzare delle piste tagliafuoco. Intervento che si è rivelato efficace per evitare l’estensione dei focolai dell’incendio di natura dolosa che si è verificato lo scorso 30 agosto.

Con una mozione ad hoc, il consiglio comunale margheritese già nel 2002 aveva portato all’attenzione dello Stato l’emergenza amianto della Valle del Belice. Il sindaco in persona si era recato a Roma, al ministero dell’Ambiente e una delegazione di funzionari ministeriali qualche settimana dopo si recò a Santa Margherita Belice per effettuare sopralluoghi e verificare la fondatezza del dossier che fu consegnato al ministro dell’epoca Altero Matteoli.

”Lo Stato – si legge nella nota a firma del sindaco Gaspare Viola – non si è mai preoccupato di impartire disposizioni circa l’esposizione della popolazione margheritese alle fibre di amianto, nè sono stati attuati piani di monitoraggio per governare il fenomeno dell’abbandono di manufatti di amianto nel territorio. Il dossier amianto Belice, redatto all’epoca dal Ministero dell’Ambiente – precisa – non è stato mai consegnato alle autorità locali”.

È inaccettabile – conclude la nota del sindaco Gaspare Viola – che alla vigilia dell’evento di punta del Comune di Santa Margherita Belice, quando fervono i preparativi per la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vetrina promozionale dell’identità della città del Gattopardo, si montino notizie che creano procurato allarme e inferiscono colpi ingiusti all’immagine del Comune”. 

Sequestro discarica fantasma "Fossa del leone" a Santa Margherita Belice