Inchiesta su Rap e Oikos, procura di Catania in appello
di ANTONINO MARINO – La Procura di Catania ha presentato ricorso contro la decisione del gip che aveva respinto il sequestro dei beni delle società Rap di Palermo e Oikos. L’inchiesta riguarda i siti di discarica di Valanghe d’Inverno e Tiritì, dove, secondo l’accusa, sarebbero stati smaltiti illegalmente centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti. Nei giorni scorsi, 32 persone sono state informate della chiusura delle indagini a loro carico. Tra gli indagati figurano gli imprenditori della Oikos Spa, Orazio e Domenico Proto, il capo dipartimento della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, e diversi ex dirigenti di Rap e Oikos.
L’accusa ipotizza, a vario titolo, i reati di abusi nella gestione, trattamento e smaltimento di rifiuti. Secondo un capo d’imputazione, la Rap di Palermo avrebbe conferito alle discariche gestite dall’Oikos rifiuti urbani indifferenziati e non come frazione secca, come previsto, per l’inadeguatezza degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Bellolampo. Questo, secondo l’accusa, avrebbe permesso alle due società di ottenere ingenti guadagni. La Procura aveva già chiesto il sequestro dei beni di Rap e Oikos, ma il gip aveva respinto la richiesta. Ora la Procura ha presentato appello, chiedendo nuovamente il sequestro dei beni e la nomina di amministratori per le due società. L’esito dell’appello sarà determinante per il futuro di Rap e Oikos. Se la Procura dovesse avere successo, le due società potrebbero subire un grave colpo finanziario.
“Sarà mio dovere chiarire la piena legittimità della attività da me svolta come Sindaco che ha dovuto fronteggiare una emergenza determinata da assenza di piano regionale dei rifiuti e di impiantistica pubblica e nello specifico dai ritardi da parte della regione di realizzazione di vasca di sua competenza a Bellolampo nonostante diffide e sollecitazioni da parte della Amministrazione Comunale”. Questo il commento dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando. “E’ una occasione – sottolinea Orlando – per ribadire e fare emergere la insostenibile situazione di assenza di impiantistica pubblica e la presenza di oligopoli privati scelti dalla Regione che ho – anche come Presidente dell’Anci Sicilia – formalmente e più volte denunciato in apposite audizioni alle commissioni parlamentari nazionali e regionali di inchiesta e alla autorità giudiziaria penale”. “Per inciso – conclude Orlando – la Associazione industriali rappresentativa di quegli interessi mi ha citato per diffamazione con un processo che si è concluso con rigetto delle richieste di danni e con condanna alle spese legali della stessa associazione”.