PRIMA PAGINA- A Palermo stretta siccità: sarà estate senz’acqua
Vietato innaffiare le piante dei balconi e dei giardini dalle cinque del mattino alle undici di sera. Vietato lavare veicoli privati, cortili e piazzali e anche vietato riempire vasche e piscine che non sono dotate di un sistema di riciclo dell’acqua.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha firmato un’ordinanza che fino alla fine dell’anno pone dei precisi paletti al consumo dell’acqua potabile, vista l’emergenza idrica che si è abbattuta sulla Sicilia. I vigili urbani dovranno far rispettare l’ordinanza e per chi viola i divieti è prevista una sanzione da 25 a 500 euro.
Per lo stesso periodo di tempo, e per la stessa fascia oraria, è vietato “lavare cortili e piazzali e alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine, qualora non dotate di dispositivi per il riciclo artificiale dell’acqua”.
Dal provvedimento sono tuttavia esclusi “gli usi dell’acqua potabile per attività imprenditoriali per cui necessiti l’uso dell’acqua potabile, nei limiti di quanto autorizzato”.
Un’ordinanza decisamente particolare ma che crea un ulteriore campanello d’allarme sul tema della siccità in Sicilia.
Il periodo da ottobre 2023 a marzo 2024 ha registrato la siccità più grave dal 1980 e il secondo semestre dell’anno scorso (luglio-dicembre 2023) ha visto la media regionale di precipitazioni più bassa dal 1977, con circa 150 millimetri di pioggia: nell’anno precedente, il 2022, erano più di 350, mentre nel 2021 addirittura più di 600.
Una situazione allarmante e che rischia di complicarsi mese dopo mese: “Le risorse idriche hanno raggiunto i minimi storici degli ultimi vent’anni e gli invasi siciliani sono al 75% vuoti, contenendo 178 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capacità massima di 708 – dice Leonardo Santoro, presidente dell’Osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici – in Sicilia non piove significativamente da quasi un anno e da quasi quattro siamo sotto la media. Le risorse idriche hanno raggiunto i minimi storici degli ultimi vent’anni”.
E nelle prossime settimane difficilmente pioverà, anzi, le previsioni meteo vedono la risalita di un altro anticiclone subtropicale che porterà stabilità in Sicilia e temperature sopra la media stagionale.
LO STATO DI EMERGENZA
“Il governo dichiari lo stato d’emergenza per affrontare la crisi idrica senza precedenti che sta attanagliando la Sicilia da settimane” è l’allarme lanciato in più di una occasione dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini.
E non è il solo: “Abbiamo chiesto al governo nazionale la dichiarazione di stato di emergenza, ho parlato con Palazzo Chigi e mi è stato annunciato che il Consiglio dei ministri affronterà il tema martedì 30 aprile″, queste le parole invece del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani che ha fatto appello al governo nazionale per la gestione dell’emergenza e della crisi idrica che vive il territorio siciliano.
“La Regione si sta organizzando – ha aggiunto il governatore -. Abbiamo stanziato 16 milioni di euro e stiamo indicando al governo nazionale le opere urgenti da mettere in campo: pozzi e dissalatori mobili”.
L’escavazione di nuovi pozzi e l’attivazione di dissalatori mobili sono alcune, infatti, delle soluzioni individuate dalla cabina di regia regionale per l’emergenza idrica.
Tra le misure per combattere la siccità in Sicilia, Schifani ha annunciato anche la “riattivazione” di alcuni dissalatori abbandonati. “Ma questo non potrà avvenire in tempi immediati”, ha precisato il governatore.
Si lavora, intanto la situazione settimana dopo settimana appare sempre più delicata.