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Cultura

L’architettura che parla agli uomini: il libro dell’architetta Lima

di Redazione -





di PASQUALE HAMEL
“Per me l’architettura deve parlare agli uomini; vince quando nello spazio che essa crea, ciascuno senza soggezione alcuna ci vive”.
Messaggio forte che la professoressa Antonietta Iolanda Lima, docente universitaria e valida professionista, ha consegnato al lettore del corposo volume “Intrecci saperi e creatività umana” curato da Alessandro Blandino e pubblicato da Gangemi Editore di Roma.
Un volume che accoglie il contributo di numerosi e qualificati studiosi, un omaggio, della serie “studi in onore di”, ad una studiosa, dotata di rilevante sensibilità culturale, che non ha circoscritto il suo impegno all’ambito accademico, è stata docente di “Storia dell’architettura”, ma che, per un pezzo della sua vita, è stata anche “architetto militante” di straordinaria qualità, nel senso che ha concepito opere “pregne di valori e significati, aperte alla presenza e ai bisogni dell’uomo elevati e nobilitati da espressioni artistiche”.
La dimensione olistica, olistico è termine spesso impropriamente usato e in molto casi perfino inflazionato, quella che ripudia la separazione, troppo spesso presente, fra uomo e mondo, è stata lo stigma che ha contraddistinto la ricerca della studiosa, donna dal temperamento razionale e combattivo politicamente attenta alle criticità sociali, che si è assegnata, fra l’altro, il compito di risvegliare con i suoi contributi gli intellettuali per spingerli a coltivare quelle visioni che, hanno contraddistinto la loro presenza e la loro azione soprattutto del dopoguerra.
Tradizione e innovazione, sapientemente e razionalmente composti, come confermano gli autori dei saggi del volume in questione, hanno costituito i suoi riferimenti imprescindibili per la costruzione di un ordito al cui centro resta sempre l’uomo, un uomo non isolato o assolutizzato nella sua dimensione individuale, ma inserito in un contesto che non può che essere, a suo giudizio, quello relazionale, tanto da richiamare, e ci assumiamo la responsabilità di quest’affermazione, sub liminalmente l’idea elaborata dalla cultura cristiana della persona umana, del soggetto in rapporto con gli altri.
Dalle pagine dei numerosi studiosi intervenuti si trae inoltre l’idea che l’architettura di Antonietta Iolanda Lima, sia quella che coltiva certamente il gusto estetico ma che non dimentica, tuttavia, la sua funzione pratica che essa deve assolvere.
Per la studiosa, che Bruno Zevi ha definito “scientificamente rigorosa e brillante anche sotto il profilo letterario”, appare infine inconcepibile la frattura fra etica ed estetica: etica ed estetica, infatti, realizzano insieme un’unità organica nel suo magistero professionale e didattico.
Il volume, al cui interno si possono trovare esemplificazioni grafiche e fotografiche delle sue realizzazioni ci offre dunque l’opportunità di conoscere “un architetto cosmopolita” e, come lei stessa precisa, “sensibile ai bisogni della gente”, quei bisogni che, a quanto possiamo apprendere, hanno nel tempo e in ogni caso segnato profondamente la storia della disciplina architettonica.