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Liceo di Partinico. La preside: “Non è una scuola mafiosa”

di Marco Gullà -





La preside ci accoglie nel suo ufficio e la prima cosa esclama è: “Questo non è un liceo mafioso”. Lucia La Fata, dirigente scolastica del liceo scientifico “Santi Savarino” di Partinico, ha ragione. La scuola è una bandiera antimafia. Te ne rendi conto entrando all’interno dell’istituto, dove campeggia una gigantografia di Falcone e Borsellino: “Questi sono i nostri simboli – dice la preside – questa è una scuola che fa formazione di antimafia”. Ma cosa è successo? Nei giorni scorsi è nato un caso. Su 1335 alunni del liceo, ben 977 (il 73%) ha votato contro l’intitolazione della scuola a Peppino Impastato, il giornalista militante di Democrazia Proletaria assassinato dalla mafia nel 1978 per le sue battaglie contro i clan. Secondo i ragazzi, Impastato, ben connotato ideologicamente, sarebbe un personaggio “divisivo” proprio per la sua appartenenza politica. Gli studenti, inoltre, contestano una scarsa democrazia nell’iter che ha portato alla intitolazione della scuola alla vittima della mafia, iter complesso e pieno di colpi di scena, conclusosi nei giorni scorsi dopo due anni. “Non si è tenuto conto delle nostre proposte”, hanno detto i rappresentanti degli studenti che, inizialmente, avevano chiesto che la scuola, che porta il nome di un controverso cittadino partinicese, tra l’altro, sostenitore delle leggi razziali, fosse intitolata o all’ex sindaca Gigia Cannizzo o al giudice Rosario Livatino. “Non abbiamo nulla contro Impastato – spiegano – Non ci piace il metodo seguito”. Scoppia il caso. La scuola viene subissata da insulti e minacce, gli studenti si chiudono a riccio, interviene anche il fratello di Peppino Impastato che dice: “Questa decisione è inquietante e ridicola. Altro che divisivo – sottolinea Giovanni Impastato – Peppino è un personaggio amatissimo dai ragazzi perché combatteva battaglie in nome di tutti: il pacifismo, l’ambientalismo, l’antimafia. Su molte cose era in anticipo di 50 anni: forse occorre che i ragazzi del liceo di Partinico tornino a studiare la sua storia”. La preside del liceo Savarino però protegge e tutela i suoi alunni: “Forse sono stati un po’ ingenui, purtroppo questa intitolazione sta assumendo dei contorni politici.
L’amministrazione comunale che è di destra vorrebbe che il liceo non cambi nome, poi ci sono associazioni di sinistra che invece pressano per cambiarlo. In tutto questo hanno messo sul tritacarne i miei alunni. La loro decisione di non intitolare la scuola a Peppino Impastato è legata al fatto che non si è tenuto conto delle loro proposte. Abbiamo foto di Peppino in tutta la scuola, basta questo per far capire a tutti che stanno sbagliando direzione nei nostri confronti”. Ma come nasce tutto? Gli studenti – per l’intitolazione della scuola – avevano proposto i nomi del magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla Stidda ad Agrigento nel 1990, e dell’ex sindaca della città Gigia Cannizzo. I docenti, invece, avevano avanzato l’ipotesi di dedicare la scuola alla scienziata Rita Levi Montalcini. Il nome di Impastato è arrivato successivamente, anche se in un primo momento il collegio dei docenti aveva scelto quello della neurologa premio Nobel. Poi nel 2021 il consiglio d’istituto aveva votato a favore di Impastato, durante una riunione caratterizzata dalle assenze. Poi altre tappe, fino a quella del 7 marzo scorso, con un’altra votazione del consiglio d’Istituto, che aveva confermato la volontà di intitolare la scuola a Impastato. Una decisione definitiva, nonostante un voto non unanime: a schierarsi contro erano stati proprio i quattro rappresentanti degli studenti, forti del mandato ricevuto dai loro compagni. “Non so come finirà – aggiunge la preside del liceo di Partinico– quello che mi preme sottolineare è che questa scuola da decenni fa formazione sulla legalità, sulla giustizia e la lotta contro le mafie. Gli insulti sono delle coltellate, non li meritiamo”.