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Politica

A Catania una rete per dire no all’autonomia differenziata

di Alessandro Fragalà -





A Catania è nata una rete per dire no all’autonomia differenziata. Una serie di iniziative di informazione per sensibilizzare i cittadini su quelle, che secondo sindacato e associazioni sarebbero le conseguenze dell’Autonomia, sono state presentate nella sede catanese della Cgil. Proprio i rappresentati etnei del sindacato dei lavoratori, insieme alle decine di associazioni che hanno costituito la Rete del no all’ Autonomia differenziata, si sono date appuntamento nel salone Russo della splendida Via Crociferi per ribadire il proprio dissenso sul disegno di legge presentato dal ministro delle riforme Calderoli, già approvato in Senato e presto al vaglio della Camera. Per chi non lo sapesse, si tratta di un modo per mettere a punto le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento.
Decisamente numerose le sigle che compongono la Rete, tra queste: CGIL, Arci, Acli, Disoccupazione Zero, UDI, Auser, SUNIA, UDU, ANPI, Rete degli Studenti Medi, Koinè, Memoria e Futuro, Federconsumatori, Generazioni Future, Rete Restiamo Umani (I Siciliani Giovani, Emergency, Amnesty International Gruppo 72 Catania ONG, Libera Catania, Città Insieme, Arbor – Unione per gli Invisibili, Chiesa Cristiana Evangelica Battista, Chiesa Evangelica Valdese, Paxchristi Catania, Mani Tese Sicilia, Comitato Librino Attivo, Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica per il Nord-Est della Sicilia, La Città Felice, Gruppo Territoriale Catania, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, COPE-Cooperazione Paesi Emergenti, CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Cooperativa Prospettiva, Circolo Teresa Mattei, Associazione Centro KOROS, Associazione di Promozione Sociale Difesa e Giustizia, Associazione Oltre Frontiere, Associazione Antimafia e legalità). “L’autonomia differenziata – spiega il segretario della Cigl catanese Carmelo De Caudo – la reputiamo un atto deleterio perché impatta sulla pelle di ogni singolo cittadino, perché le 23 materie che si vanno a modificare non solo scardinano quella che è la natura della nostra bellissima costituzione, ma creano problemi in settori fondamentali come la sanità, l’istruzione, la mobilità, il welfare. È chiaro che l’autonomia differenziata nel meridione avrà un impatto diverso rispetto a quello che avrà nelle regioni del nord. Un meridione sempre più martoriato, basti pensare alla Sicilia, una regione in cui sappiamo sanità e istruzione in che condizioni versano. Entrando nel merito della provincia di Catania basti pensare ai tempi lunghissimi delle liste d’attesa della sanità o alle percentuali della dispersione scolastica nella provincia, una delle percentuali più alte d’Italia”. A presentare le iniziative insieme ai rappresentanti del sindacato, come detto, anche gli esponenti delle varie associazioni della rete, tra queste anche gli studenti universitari. “Io qui rappresento – ci dice Luigi Nicolosi di Koinè – quelle che sono le voci degli studenti universitari. Noi viviamo già quella che è una profonda differenza tra gli atenei del nord e del sud, con gli atenei del sud da cui si fugge sempre di più e che vivono quello che è un estremo calo di iscrizioni. Non possiamo permetterci di esasperare ancora di più questa differenziazione, dobbiamo fare barricate contro questo vergognoso provvedimento”.
Non manca poi la voce delle associazioni che si occupano di volontariato e di assistenza alle fasce più deboli della popolazione, come Nicoletta Gatto dell’Auser. “Noi siamo delle un’associazione che si occupa per lo più di anziani e ed invecchiamento attivo e riteniamo che questo provvedimento sia deleterio soprattutto per le fasce più deboli. Basti pensare che gli anziani al sud hanno quasi tutte le pensioni al di sotto della soglia di sussistenza. Questo provvedimento rischia di colpire sempre di più le fasce più deboli della società, soprattutto per quel che riguarda le prestazioni assistenziali e le prestazioni sanitarie”. Tra le iniziative presentate anche l’incontro che si terrà il prossimo 23 febbraio a Palazzo degli Elefanti, al quale parteciperanno alcuni rappresentanti della deputazione nazionale e della deputazione regionale catanese. Ma non solo: il 2 marzo è in programma un corteo che si snoderà dalla Villa Bellini di Catania alla sede della Prefettura etnea. Obiettivo quello di consegnare al Prefetto, Maria Carmela Librizzi, un appello a favore del no da far pervenire al governo nazionale guidato da Giorgia Meloni.