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Sanità in attesa dei manager: è rebus su nomi e poltrone

di Luca Bonina -





Tanti nomi nel calderone ma ancora poche, anzi pochissime certezze sulla grande manovra sulla sanità del governo Schifani alle prese con il rebus delle nomine dei nuovi manager in Sicilia. Figure importanti che saranno chiamate a gestire i molti problemi della sanità siciliana: dalla carenza di medici alle liste d’attesa. Attesa per oggi la riunione di giunta pronta a togliere il velo sulle ultime nomine che ultimamente hanno animato il dibattito nel centrodestra. “Non c’è nulla di certo – dice a L’Identità il deputato della Dc e presidente della Commissione Affari istituzionali, Ignazio Abbate –. Attendo che la giunta si riunisca, firmi i decreti di nomina e invii tutto alla Commissione presiedo per un parere obbligatorio potrà richiedere fino a 4 settimane”. Quello che c’è di certo è che oggi scade l’ultima proroga avanzata lo scorso ottobre dal governo Schifani, su proposta dell’assessore alla Salute, Giovanna Volo. Sempre Schifani ha anche assicurato che non ci saranno ulteriori proroghe.

Lo schema è definito: 6 caselle a testa a Fratelli d’Italia e Forza Italia, 2 a tutti le altre forze di maggioranza. A Palermo sembra ormai scontata la conferma di Daniela Faraoni all’Asp (in quota forzista) e il trasloco del cuffariano Roberto Colletti al Villa Sofia-Cervello. All’Asp di Catania il nome sarà in quota Lega – Mpa ma il chi resta ancora in bilico. Si era parlato di Laganga Sanzio ma non c’è nulla di sicuro. Salvatore Lucio Ficarra potrebbe restare a Siracusa in quota Forza Italia con il sì di Fratelli d’Italia. Sempre i meloniani indicheranno anche il manager delle Asp di Messina, Trapani e Ragusa. Iniziando da Messina si parla di Giuseppe Cuccì, sindaco di Sperlinga e gradito anche da Cuffaro, a Trapani Marzia Furnari ed a Ragusa l’uomo del deputato ibleo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza, ovvero Pino Drago. Contese sono le Asp di Caltanissetta, Enna ed Agrigento. Quest’ultima è una delle caselle più delicate: la chiedevano con insistenza sia Cuffaro per la Dc che Fratelli d’Italia e l’Mpa. La battaglia adesso sembra tra Walter Messina (che lascerà il Cervello) o Alessandro Mazzara oppure Giuseppe Alongi. Mario Zappia, (attuale commissario dell’Asp di Agrigento) andrà alla guida di Enna a conferma dell’accordo tra fra il leader autonomista e Totò Cuffaro. Sul piede di guerra ci sono le opposizioni, Mario Giambona, vicecapogruppo PD all’Ars ha lanciato l’allarme:

”La sanità siciliana non può essere ancora una volta sacrificata e trasformata in mero oggetto di spartizione tra i partiti politici che rappresentano la maggioranza di questo governo. Né tantomeno deve essere oggetto di lottizzazione o divenire esclusivo strumento per distribuire posti di comando e di sottogoverno. La sanità siciliana necessita di una ristrutturazione e di una rigenerazione che metta al centro il cittadino con i suoi bisogni” Salvo Geraci, deputato regionale della Lega ripone fiducia sull’operato del presidente della Regione, Renato Schifani: “Si guardi esclusivamente a competenze e capacità manageriali nella scelta dei direttori generali della sanità siciliana. Penso che non ci sia cosa più urticante per i cittadini di sapere che attorno alle nomine ci siano lotte di potere, quando invece ogni giorno si fatica a prenotare una prestazione a causa delle lunghe liste d’attesa”. Il timore a seguito delle nomine è quello di ricevere una serie di ricorsi e a portarli avanti potrebbero essere i candidati manager idonei, che sono finiti in una lista diversa rispetto ai maggiormente idonei.

La Fp CGIL Sicilia, rappresentati dal Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e la Segretaria Regionale, Monica Genovese, lo affermano chiaro: “Si rischia di assistere ad una valanga di ricorsi al Tar per chiedere una sospensiva della delibera che nomina i nuovi manager della sanità nell’isola, le cui graduatorie sono state distinte in idonei e maggiormente idonei”. E’ la netta presa di posizione di Fp Cgil che bolla quanto sta avvenendo come “l’ennesimo pasticcio siciliano, per la verità non il primo, che viola l’Avviso Pubblico del 5 gennaio scorso in cui era prevista una graduatoria unica”.