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Sanità, Schifani: “Entro fine mese i nomi dei manager”

di Salvatore Cannata -





Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani presenta oggi alle 11, in conferenza stampa, il bilancio del primo anno di governo, nella Sala Alessi di Palazzo d’Orléans, a Palermo. A quanti ieri, durante un convegno sulla sanità, chiedevano a Schifani anticipazioni sui contenuti della conferenza stampa odierna, Schifani ha rinviato di 24 ore le risposte mentre si è soffermato proprio sulla sanità siciliana e con importanti novità: “I direttori generali della sanità siciliana – ha detto il Governatore – verranno scelti e nominati entro il 31 di gennaio, perché è un obbligo normativo”. Schifani ha fatto queste dichiarazioni a margine dell’incontro ‘Emergenza sanità’, nella Sala Gialla dell’Assemblea Regionale Siciliana, appunto ieri. Peraltro lo stesso Schifani ha aggiunto che di recente, si era “predisposto ad accogliere riflessioni sull’eventuale proroga di queste nomine perché non erano pronti gli elenchi dei direttori generali amministrativi e sanitari; quindi un direttore generale nuovo si sarebbe trovato a elenchi incompleti per nominare sanitari e amministrativi. Adesso è tutto pronto”. Il presidente della Regione, ha anche spiegato che le nomine dei vertici delle aziende sanitarie provinciali e delle aziende ospedaliere, serviranno a dare serenità alla sanità. “I nuovi direttori generali hanno una programmazione triennale, perché è giunto il momento di prendersi le proprie responsabilità”. La Sicilia subisce una carenza di medici. La Regione ha aperto un bando per il reclutamento di quelli stranieri. “Ci sono state domande, non moltissime però è solo un inizio – ha detto ieri il Governatore – Stiamo lavorando su questo, così come ha fatto la Calabria; alcuni mesi e poi sono arrivati dei medici da Cuba”. Schfiani, insomma, vuole imitare un’iniziativa, quella del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha consentito di reclutare 180-200 medici di qualità, bravi ed efficienti. “In caso di emergenza – ha spiegato Schifani – si devono trovare soluzioni non provvisorie ma strutturali, perché noi per vedere l’aumento dei medici insediati dovremo aspettare anni, sinché l’università al primo anno riveda il budget dei numeri chiusi e poi mettere nel mercato professionale più laureati in forza dell’aumento del numero chiuso stesso”. Schifani ha anche detto che un obiettivo primario, resta il potenziamento della rete ospedaliera: “Abbiamo predisposto un programma impegnativo di un miliardo e cento milioni e prevediamo il completamento dell’incompiuta del Polo pediatrico di Palermo. È previsto uno stanziamento e riprenderemo i lavori per chiudere questa vicenda opaca e consegnare alla Sicilia un polo pediatrico di eccellenza regionale, se non meridionale. La nostra strategia è di non di parcellizzare gli interventi di questo piano ma di concentrarli su alcuni punti che hanno una valenza strategica sul miglioramento del comparto sanitario ospedaliero. Siamo fiduciosi da qui a febbraio di poter annunciare il nostro progetto”. Anche il presidente dell’ARS, il parlamento siciliano, Gaetano Galvagno, ha partecipato ai lavori in Sala Gialla ed ha poi rilasciato una sua dichiarazione sul tema sanità in Sicilia, spiegando che l’obiettivo è “trovare delle soluzioni. E’ inutile buttare fumo negli occhi della gente, dire che si ha la bacchetta magica e che i problemi si possono risolvere in un giorno: c’è una grandissima emergenza sanitaria e dobbiamo rimboccarci le maniche. A poco a poco dobbiamo cercare di ripartire e di essere soprattutto tangibili nelle risposte che dobbiamo dare ai Siciliani”. Il convegno ‘Emergenza sanità, prospettive e soluzioni per uscire dalla crisi’ organizzato a Palazzo dei Normanni, dalla commissione Salute guidata da Pippo Laccoto, ha visto pure l’intervento dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo. Volo, ha puntato sul territorio come “elemento capace di dare risposte perché – ha aggiunto nel suo intervento, ribadendo il concetto anche a margine dell’assise – l’ospedale da solo, piccolo o grande che sia, non ce la può fare”. In Sicilia intanto, sono partite due case di comunità. Due progetti/pilota per evitare l’eccessivo ricorso al pronto soccorso, per liberare posti letto in ospedale e valorizzare la figura degli infermieri. Un’altra importante realtà saranno le Centrali Operative Territoriali per la informatizzazione della gestione del malato e con la telemedicina, che consentiranno ai medici di medicina generale, che nelle case comunità avranno una loro sede, di collegarsi con gli specialisti limitando al massimo la mobilità del paziente. Le case di comunità gestiranno l’assistenza domiciliare e sarà la sanità pubblica ad andare dal paziente.