Catania, la grande discarica: i nuovi cestini non bastano
Arrivano i cestini, ma Catania rimane purtroppo un’enorme discarica a cielo aperto. Andiamo per ordine: i cestini, addirittura 1500, sono quelli che verranno a breve installati nella città di Catania e che lo stesso assessore ai rifiuti, Salvo Tomarchio, ha voluto presentare sulla sua pagina Facebook, pubblicando una foto in cui mostra sorridente un bel cestino nuovo di zecca. “ I 1500 nuovi cestini che avevamo promesso con la variante del lotto centro sono appena arrivati – scrive Tomarchio nel post pubblicato su Facebook – questi cestini non sono solo contenitori per rifiuti, ma simboli del nostro impegno collettivo verso una città più pulita. Mantenere decorosa Catania è una responsabilità di tutti, perché una città più vivibile dipende dalle piccole e quotidiane azioni di ognuno di noi”. Riflessione assolutamente condivisibile che, tradotta dal politichese, significa: l’amministrazione, anzi chi amministra, può mettere le basi, ma poi il compito di mantenere pulita la città e soprattutto dei catanesi. E qui casca l’asino perché la città, in barba ai cestini, è una grande pattumiera e non è certo tutta colpa del sindaco o dell’assessore di turno. La città di Catania è sporca perché i catanesi la sporcano. E’ sporca ai limiti della decenza perché ancora in troppi non sanno o non vogliono fare la raccolta differenziata. E’ sporca perché invece di differenziare per alcuni è molto più comodo mettere tutti in un sacchetto e selezionare un luogo dove gettare indisturbati i rifiuti. Una battaglia che, negli anni precedenti, ha visto in prima linea l’ex assessore leghista Fabio Cantarella e che, adesso, sta inevitabilmente coinvolgendo anche l’amministrazione Trantino. Ma il problema rimane. La città, ma anche l’hinterland senza andare troppo lontano, sono stracolmi di micro, e anche macro, discariche abusive. Soprattutto nelle zone periferiche, ai bordi delle strade o in punti ritenuti non controllati, riposano in pace cumuli di spazzatura che nessuno raccoglierà. E non per negligenza. Solamente perché gli addetti ai lavori devono raccogliere la spazzatura, differenziata, lasciata dinanzi ai portoni dei palazzi nelle ore serali. Per raccogliere i rifiuti lasciati in strada occorre un servizio ad hoc, che ha un costo ad hoc che, poi, va ad influire sulle bollette, già abbastanza esose in situazioni normali. E’ un cane che si morde la coda perché alla fine a pagare è sempre l’utente, perché, non di rado, quelli che sporcano sono gli stessi che poi, le bollette della Tari nemmeno le pagano. Ma questa è un’altra storia: tornando a quella che vi stiamo raccontando, le discariche abusive sono presenti praticamente ovunque. La foto che abbiamo pubblicato è stata scattata a Catania nella zona di via Acquicella, ovvero tra la zona del porto e quella del cimitero. Ma è solo un esempio di ciò che, purtroppo, è visibile in diverse zone della città. Rifiuti di ogni genere, materiale di risulta, mobili abbandonati, legname e una collezione praticamente infinita di materassi. Proprio loro, come in una grande televendita abusiva, senza il Giorgio Mastrota di turno a condurre. Quando i catanesi cambiano materasso, quello vecchio lo lasciano in strada. Dalle zone periferiche a quelle del centro storico o del centro nevralgico dell’economia come Corso Italia, via Milano e Viale Vittorio Veneto. I materassi catanesi non hanno estrazione sociale: li trovi nei quartieri popolari e li trovi dinanzi al tribunale. Le telecamere installate negli ultimi anni in diverse zone della città non sono bastate. E’ vero che molti incivili sono stati scoperti e multati, ma è anche vero che scovata la camera, i maleducati cercano altre zone. C’è una piccola strada nella zona dell’ospedale Cannizzaro che qualche anno fa, da alcuni ragazzi, è stata rinominata da “Strada Sgroppillo” a “Via della Discarica”, con tanto di insegna e cartellone. Una piccola strada che fa concorrenza alle discariche ufficiali ormai stracolme e in esaurimento.