Catania, salvi i servizi sociali: il 2024 sembra al riparo
A porre dei dubbi era stato, proprio nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, il deputato regionale del Mpa, Giuseppe Lombardo. In una nota datata 25 novembre l’ex assessore ai servizi sociali del Comune di Catania avvertiva: “Temo seriamente che nel bilancio di previsione 2024-2026 del Comune di Catania le risorse stanziate per le comunità delle donne in difficoltà e vittime di violenze siano insufficienti o inadeguate. Addirittura sarebbero pari allo zero le risorse stanziate per i servizi relativi alla lotta contro la devianza minorile. In particolare per gli istituti educativi assistenziali e le comunità alloggio minori”. Un messaggio che, evidentemente, è stato prontamente recepito dall’amministrazione Trantino e dall’attuale assessore ai servizi sociali, Bruno Brucchieri, che con Lombardo condivide l’appartenenza al Movimento fondato da Raffaele Lombardo. Si tratta di una situazione complessa e delicata, ma che, in base alle ultime notizie potrebbe trovare una soluzione. Ma andiamo per ordine: nel 2023, infatti, i fondi necessari erano stati intercettati attraverso finanziamenti extra comunali, i POC, linea di finanziamento per il 2024 non presente. “Il 2024 è quasi salvo – ha detto Brucchieri – grazie al grande lavoro fatto e a quello che faremo fino all’approvazione del previsionale. Sfide come la lotta alla dispersione scolastica, il contenimento di fenomeni delinquenziali minorili, la lotta alla violenza sulle donne hanno un significato più ampio del territorio comunale. È importante mantenere quantitativamente e qualitativamente i servizi prestati”. Il riferimento è ai fondi necessari a coprire i servizi dedicati ai minori in generale, ai minori non accompagnati, alle donne vittime di violenza o in difficoltà, agli anziani. Ma non solo: tra questi ci sono anche i fondi per gli assistenti alla comunicazione e i fondi relativi all’assistenza igienico personale dei bambini disabili. Secondo Brucchieri il comune avrebbe tutte le carte in regola per garantire i servizi (per i quali sono necessari 11 milioni di euro) per il 2024 e sarebbe a lavoro per porre le basi in modo da coprire anche il 2025 e il 2026 grazie ai fondi del Pon Metro plus. Una disponibilità che era emersa già dopo la riunione della commissione servizi sociali del 7 dicembre che, sotto la presidenza della consigliera Melania Miraglia, aveva discusso proprio della previsione di risorse economiche da destinare al comparto sociale per l’annualità 2024. In quel caso, insieme agli assessori Brucchieri e Marletta, erano stati ascoltati anche il direttore della ragioneria, la dott.ssa Clara Leonardi, e il direttore dei servizi sociali, la dott.ssa Lucia Leonardi. In quella seduta, peraltro, era arrivato anche il monito del presidente del Consiglio Comunale Sebastiano Anastasi che aveva sottolineato come in presenza di poche risorse (oggettivamente il caso del comune di Catania) andava fatta una scelta legata alle priorità. Ed è chiaro che questi temi hanno priorità assoluta. La questione, infatti, è più ampia. Perché se da un lato c’è un comune, quello di Catania, che continua ad essere in dissesto; dall’altro lato c’è una sempre maggiore richiesta di alcuni servizi, in particolare sono aumentati vertiginosamente i numeri relativi alle donne con minori vittime di violenza, come del resto quelli dei minori non accompagnati. Ci sono, solo per fare un esempio, tutti quei casi che rientrano nel protocollo “Liberi di scegliere”. Si tratta di un progetto che, qualche anno fa, è partito su impulso del tribunale dei minori di Reggio Calabria (sposato anche dal tribunale etneo) e nasce con l’obiettivo di aiutare i giovani che vivono in contesti di criminalità organizzata di stampo mafioso a provare ad affrancarsi. Stessa cosa vale per le donne e le madri che si trovano coinvolte a discapito della loro volontà. In entrambi i casi, per le persone coinvolte, si prospetta un radicale cambio di vita e la costruzione di una nuova realtà a distanza rispetto al luogo di origine.