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Regionali 2027, la Lega tenta di disinnescare la polemica dopo le parole di Salvini

di Vincenzo Migliore -





Torna a muoversi il terreno sotto i piedi della coalizione di centrodestra in Sicilia, scossa dalle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini che, parlando delle prossime elezioni regionali, ha lasciato intendere di voler dire la sua anche sulla candidatura per Palazzo d’Orléans. Un’uscita che ha innescato una catena di reazioni tra gli alleati, da Forza Italia al Movimento per l’Autonomia, costringendo la Lega siciliana a intervenire per spegnere le scintille.

«La Lega è stata protagonista nella scelta del presidente Schifani e resta un alleato leale e responsabile nella coalizione» chiarisce Nino Germanà, senatore e segretario regionale del Carroccio. «Le parole del nostro leader – aggiunge – sono state estrapolate da un contesto più ampio, riferito al quadro nazionale e non specificamente alla Sicilia».

Le parole di Salvini che hanno acceso la miccia

La frase incriminata è arrivata dopo l’ultima tornata elettorale in Campania, Puglia e Veneto, che ha confermato gli equilibri di sempre tra centrodestra e centrosinistra. In quel contesto, Salvini aveva osservato: «In Lombardia, se Fratelli d’Italia avrà un candidato all’altezza, saremo ben felici di considerarlo, così come noi in Sicilia avremo qualche suggerimento da dare».

Un accenno che, pur generico, è bastato a scatenare il malumore negli ambienti forzisti.

Forza Italia: “Consigli non richiesti”

Il primo a replicare è stato il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Ogni suggerimento è utile, ma partendo dal presupposto che Forza Italia guida e continuerà a guidare la Regione Siciliana».

Toni più netti dal coordinatore regionale Marcello Caruso, che ha parlato di “consigli non richiesti” e ha ricordato come l’Isola «sia governata con risultati eccellenti da Renato Schifani, alla guida di uno degli esecutivi più solidi e concreti del Paese». Caruso ha anche snocciolato i numeri positivi dell’economia isolana, citando dati di Bankitalia e Istat come prova della “buona amministrazione” del governo in carica.

FdI e Mpa invitano alla calma

Fratelli d’Italia, per voce del commissario regionale Luca Sbardella, minimizza: «Le parole di Salvini vanno lette dentro una strategia nazionale. In Sicilia abbiamo un presidente in carica: pensiamo alla Finanziaria, non alle candidature».

Più dura invece la reazione del Movimento per l’Autonomia, che definisce “intempestiva e inopportuna” la sortita del leader leghista, soprattutto a ridosso dell’esame della legge di stabilità.

Germanà: “Lealtà dimostrata, ma stop alle polemiche interessate”

Germanà, pur difendendo Salvini, non rinuncia a una frecciata ai partner di coalizione: «Abbiamo notato un certo nervosismo nelle reazioni di qualcuno che, più che alleato convinto, è apparso sostenitore a corrente alternata del governo regionale. La nostra lealtà è sotto gli occhi di tutti. A chi immagina scenari a noi non intellegibili rispondiamo hic manebimus optime – qui staremo benissimo».

Sullo sfondo, la partita del 2027

L’impressione, tuttavia, è che la polemica di oggi anticipi la battaglia che si combatterà tra due anni per la guida della Regione.

Mentre a Milano si discute della successione a Fontana, a Palermo la Lega tenta di accreditarsi come forza di equilibrio nel centrodestra siciliano, senza rompere con Forza Italia ma nemmeno rinunciare a un ruolo di peso nella prossima partita elettorale.

Per ora, almeno ufficialmente, tutti ribadiscono la stessa linea: “C’è un presidente in carica e si va avanti”. Ma sotto la superficie, la campagna per il 2027 è già cominciata.