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Cronaca

Lavoratore costretto a 14 ore al giorno: tre arresti per sfruttamento nel Catanese

di Andrea Scarso -





L’inchiesta sul grave caso di sfruttamento lavorativo a Catania ha portato all’arresto di tre uomini accusati di tratta di esseri umani, intermediazione illecita e violenze su animali. Le misure cautelari, eseguite dalla Squadra Mobile etnea su disposizione della Procura, fanno emergere un quadro di abusi e condizioni degradanti ai danni di un cittadino marocchino impiegato in un’azienda agricola della zona di Ramacca.

Una promessa di lavoro si trasforma in sfruttamento

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la vittima sarebbe stata convinta a lasciare la Francia con la promessa di un lavoro stabile, per poi essere indirizzata verso una fattoria dove veniva impiegata in turni massacranti. Le testimonianze raccolte descrivono giornate da 14 ore consecutive, retribuite inizialmente con appena 550 euro al mese – circa 1,26 euro all’ora – per poi salire di poco nei mesi successivi.

Condizioni igieniche critiche e cure improvvisate

A rendere ancora più drammatica la situazione, le pessime condizioni dell’alloggio in cui viveva il lavoratore, privo dei requisiti minimi e infestato da topi. Quando l’uomo ha sviluppato un ascesso al collo, il datore di lavoro avrebbe tentato una rudimentale “operazione” con un ago riscaldato per evitare un intervento medico, il tutto alla presenza di uno degli indagati.

Minacce e crudeltà su animali

Gli inquirenti contestano inoltre al principale accusato un uso della violenza finalizzato a incutere timore nei lavoratori. Tra gli episodi riportati, anche l’uccisione di cani utilizzata come forma di intimidazione: un gesto di particolare brutalità che ha portato alla contestazione del reato di crudeltà sugli animali. Durante l’arresto l’uomo è stato trovato in possesso di un’arma clandestina.

Un sistema organizzato di reclutamento e controllo

Gli altri due indagati avrebbero ricoperto ruoli complementari: uno favorendo il reclutamento della manodopera, l’altro agendo come intermediario e supervisore all’interno dell’azienda. Entrambi sono accusati di aver contribuito allo sfruttamento lavorativo a Catania, impedendo ai lavoratori di allontanarsi e occupandosi delle pratiche legate alla loro permanenza.