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Totò Cuffaro lascia la guida della Democrazia Cristiana: dimissioni dopo la bufera giudiziaria

di Andrea Scarso -





Totò Cuffaro si dimette. L’ex presidente della Regione Siciliana ha annunciato di aver rassegnato “nelle mani del presidente del partito, Renato Grassi, e del segretario organizzativo nazionale, Pippo Enea, le dimissioni da segretario nazionale della Democrazia Cristiana”.

La decisione arriva dopo giorni di tensione seguiti alla richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Palermo, che lo accusa di essere il promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti. Nell’inchiesta, che scuote i vertici politici e amministrativi della Sicilia, sono coinvolti anche l’ex ministro Saverio Romano e altri sedici indagati, tra dirigenti pubblici, manager della sanità e imprenditori.

Cuffaro, che aveva fondato la “nuova” Democrazia Cristiana come progetto politico di rinascita ispirato ai valori dello scudo crociato, lascia la guida del partito alla vigilia dell’interrogatorio previsto per il 14 novembre. “Ringrazio coloro che hanno condiviso con me un percorso di impegno e di servizio al partito – scrive nel comunicato –. Il presidente ha convocato per il 20 novembre il Consiglio nazionale, che sarà chiamato a esaminare e accettare le mie dimissioni irrevocabili e a definire le successive decisioni”.

Cuffaro, che aveva tentato di ricostruire la sua immagine pubblica dopo la condanna definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto d’ufficio, si trova ora di nuovo al centro di una tempesta giudiziaria e morale.

Le sue dimissioni arrivano come un gesto inevitabile ma anche come un atto politico di difesa, nel tentativo di evitare che la vicenda personale travolga definitivamente il partito da lui rifondato. La Democrazia Cristiana, ora, dovrà decidere se e come ripartire da questa crisi che, ancora una volta, porta il nome di Totò Cuffaro.