Donazioni di sangue cordonale: la Banca di Sciacca prima a livello nazionale
Per il quinto anno consecutivo la Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca si attesta prima in tutta Italia per numero di donazioni.
Oltre 1900 le unità ritirate ad oggi, in riferimento al 2025, presso i 45 punti nascita distribuiti su tutta la regione Sicilia, a cui la struttura sanitaria attinge.
“Un risultato che ci inorgoglisce – commenta il dottor Pasquale Gallerano, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) di Sciacca – ottenuto grazie all’impegno costante profuso in questi decenni di attività”.
Operativa fin dagli anni ’90, presso il presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”, la Banca del Cordone Ombelicale di Sciacca, con i suoi 500 metri quadrati di spazi freddi per la conservazione delle unità raccolte, oggi rappresenta un formidabile meccanismo di salvataggio, a livello nazionale e internazionale.
“In Sicilia la banca regionale – dice il direttore Gallerano – tratta e utilizza oltre un miliardo e mezzo di cellule in applicazioni cliniche e sperimentali, con circa 1.700 unità di sangue cordonale e un impiego pari all’85% in medicina rigenerativa”.
Il sangue cordonale fondamentale in ambito trapiantologico e in medicina rigenerativa e trasfusionale
Decenni di ricerca scientifica e di studio sull’applicazione del sangue cordonale hanno dimostrato che l’utilizzo delle cellule staminali è una valida risposta nell’ambito dei trapianti per le patologie oncoematologiche gravi. 33 i trapianti effettuati grazie alle cellule staminali crioconservate presso la Banca Regionale del Cordone Ombelicale di Sciacca, dove, dal 2019, anche le unità che fino ad allora venivano considerate scarto, vengono avviate alla produzione di altre emo-componenti utilizzate in medicina rigenerativa e a scopo trasfusionale.
“Questi emocomponenti – spiega Gallerano – offrono potenzialità straordinarie e si impiegano nel trattamento dei neonati prematuri, grazie alle loro caratteristiche biologiche uniche, oltre che nella realizzazione di prodotti per la medicina rigenerativa, come colliri e gel, utilizzati nelle patologie oftalmiche, cutanee e articolari”.
Un risultato straordinario che consente alla Banca Cordonale di Sciacca di ottenere riconoscimenti a livello nazionale. A fine settembre la regione Sicilia è stata premiata, classificandosi al secondo posto in Italia, per la produzione del collirio ottenuto dal concentrato epiteliale di sangue cordonale, utilizzato per contrastare le complicanze nei pazienti trapiantati con cellule staminali emopoietiche.Banca che è anche partner principale in un progetto di ricerca finanziato nell’ambito del PNRR e portato avanti dall’Ospedale Maggiore di Milano, a cui la banca saccense conferisce 100 colliri da sangue cordonale.
Un prezioso lavoro disciplinare sui benefici del collirio da sangue cordonale utilizzato nel trattamento di gravi patologie oculari, svolto dall’equipe di ricercatori della Banca Cordonale di Sciacca, è stato di recente riconosciuto anche a livello internazionale. Si tratta di un progetto innovativo, un trial clinico che potrebbe modificare la storia trasfusionale in neonatologia nel mondo e che ha ricevuto un premio, come secondo miglior abstract, al congresso internazionale di Berlino Costem 2025 per l’utilizzo di collirio da sangue cordonale in pazienti affetti da Gvdh oculare, dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Il trial prevede l’utilizzo dei globuli rossi derivati dalla raccolta del sangue cordonale allogenico per la terapia trasfusionale di neonati pretermine. Spesso, infatti, i piccoli pazienti ricevono trasfusioni di sangue nelle prime fasi della vita durante il ricovero nelle unità operative di terapia intensiva neonatale ed è in questo contesto che il sangue del cordone ombelicale rappresenta una risorsa più adeguata rispetto alle caratteristiche fisiologiche del ricevente in quanto l’emoglobina fetale contenuta nei globuli rossi dell’unità di sangue cordonale donata.
Ottimo risultato, ma per il Dasoe serve maggiore impegno ed informazione
“I risultati ottenuti dalle donazioni – evidenzia il dirigente generale Dasoe, Giacomo Scalzo – sono un motivo di orgoglio per tutti gli operatori sanitari dei punti nascita del territorio siciliano che con il loro impegno e la loro professionalità hanno reso possibile la raccolta e l’utilizzo del sangue cordonale donato da giovani coppie che con il loro gesto, nel momento più gioioso della loro vita, danno una speranza di cura a tanti pazienti”.
La donazione di sangue cordonale oggi è attiva in tutta la Sicilia, con quarantacinque punti nascita collegati alla banca regionale di Sciacca e nonostante i risultati virtuosi raggiunti in alcuni presidi d’eccellenza, come l’Ospedale Cannizzaro di Catania, quello di Canicattì (Agrigento) e di Marsala (Trapani), dove i dati vanno ben oltre la media nazionale, stimata intorno al 6% di unità raccolte rispetto a quello che è il numero delle nascite, ancora molto resta da fare in termini sensibilizzazione per stimolare ed incrementare le donazioni.
Con l’obiettivo di promuovere la donazione del sangue cordonale e valorizzarne l’utilizzo in ambito trapiantologico e di medicina rigenerativa, il Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE) dell’assessorato regionale della Salute ha riunito lo scorso 3 novembre, presso l’Ordine dei Medici di Palermo, neonatologi, ginecologi, ostetriche e le direzioni strategiche delle Aziende sanitarie della provincia per un confronto sui risultati raggiunti e sulle azioni necessarie a potenziare la rete di raccolta.
“Incontri come questo – dichiara Giacomo Scalzo, dirigente generale del DASOE – servono a mettere in rete le esperienze e a definire strategie comuni. La donazione del sangue cordonale è un atto di grande valore etico e scientifico. È importante che ogni punto nascita siciliano sia messo nelle condizioni di formare correttamente le famiglie e raccogliere il materiale biologico in modo sicuro e conforme agli standard nazionali. L’obiettivo è arrivare a una copertura uniforme su tutto il territorio regionale, valorizzando il lavoro delle équipe ospedaliere e il ruolo della banca regionale di Sciacca, che rappresenta un’eccellenza riconosciuta anche a livello europeo”.
