L’opposizione prepara la controffensiva: si disegna l’alternativa al governo Schifani
Tra tensioni politiche e inchieste giudiziarie, Pd, M5S e Controcorrente si danno appuntamento il 13 e 14 novembre per definire una linea comune. Barbagallo convoca una riunione d’urgenza: “Serve una reazione immediata, la Sicilia non può essere ostaggio della mala politica”
Mentre a Palazzo dei Normanni il clima politico si fa sempre più rovente, le forze di opposizione all’Assemblea regionale siciliana si preparano a una due giorni di confronto serrato. Il 13 e 14 novembre, i deputati di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Controcorrente si riuniranno in una sede ancora riservata per mettere a punto la strategia che dovrebbe, nelle intenzioni, rappresentare la vera “spallata” al governo guidato da Renato Schifani.
L’iniziativa nasce in un momento di forte turbolenza politica e morale per la Regione. Le inchieste giudiziarie che negli ultimi giorni hanno coinvolto figure di spicco del centrodestra siciliano hanno riacceso il dibattito sulla qualità della classe dirigente e sul sistema di potere che, secondo l’opposizione, soffoca ogni prospettiva di rinnovamento.
I gruppi consiliari dell’opposizione annunciano che durante il “ritiro politico” si discuterà non solo della prossima legge finanziaria, ma anche delle proposte per “liberare la Sicilia dal malgoverno che ne ha aggravato il ritardo strutturale”.
Parallelamente, il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, ha convocato per stasera una segreteria straordinaria del partito. Una riunione lampo, nata dopo l’esplosione delle indagini su corruzione, associazione a delinquere e turbativa d’asta che hanno coinvolto dirigenti e politici di primo piano.
“Ciò che sta emergendo è disgustoso – ha dichiarato Barbagallo – e conferma che la mala politica continua a essere la principale causa del sottosviluppo della Sicilia. Serve una reazione immediata: chi ricopre ruoli dirigenziali e risulta coinvolto, anche solo in via amministrativa, deve essere sospeso subito”.
Il leader dem ha poi lanciato un attacco frontale al presidente della Regione:
“Schifani deve parlare con chiarezza e dire cosa intende fare. Non è accettabile che in Sicilia si possa fare carriera solo se si è amici di certi nomi. Questo sistema premia la fedeltà e punisce il merito, spingendo tanti giovani a emigrare. La responsabilità politica è tutta del governatore e di chi oggi lo sostiene”.
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è a figure come Totò Cuffaro e Carmelo Pace, nomi che tornano ciclicamente al centro della scena politica siciliana e che, secondo Barbagallo, rappresentano il simbolo di un passato che la Sicilia non può più permettersi di rivivere.
Il vertice dell’opposizione, dunque, si preannuncia come un momento decisivo non solo per definire una strategia parlamentare, ma anche per provare a costruire un progetto politico alternativo, capace di interpretare il crescente malessere dell’elettorato isolano.
Dietro la riunione del 13 e 14 novembre si intravede una sfida più ampia: quella per la credibilità della politica siciliana, sempre più messa in discussione da scandali, compromessi e silenzi. Un tema che – come sottolineano diversi osservatori – rischia di diventare il vero spartiacque del prossimo futuro politico dell’Isola.
