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Cronaca

La giovane vittima dello stupro al Foro Italico denunciata a Monza: minacciava ex fidanzato

di Andrea Scarso -





Una vicenda drammatica, segnata da nuove ombre. La ragazza palermitana di 21 anni, vittima del brutale stupro di gruppo avvenuto nel luglio 2023 in un cantiere abbandonato del Foro Italico, è stata denunciata dai carabinieri di Muggiò, in provincia di Monza. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la giovane avrebbe inseguito il suo ex fidanzato impugnando un coltello con una lama di 34 centimetri.

L’episodio è avvenuto la scorsa settimana, ma è emerso solo oggi. Un passante avrebbe segnalato ai militari una lite in strada tra la giovane e l’ex compagno. All’arrivo dei carabinieri, la ragazza avrebbe cercato di minimizzare, fingendo di trovarsi a passeggio con il giovane. La successiva perquisizione, tuttavia, ha rivelato la presenza dell’arma nello zaino.

Il coltello è stato sequestrato e per la ventunenne è scattata la denuncia per porto abusivo di arma bianca e minacce. Anche se il ragazzo non ha presentato querela, il reato potrebbe essere perseguito d’ufficio, vista la gravità del gesto e la natura dell’oggetto utilizzato.

Secondo le prime informazioni, dietro il litigio ci sarebbero contrasti legati alla produzione di video per la piattaforma OnlyFans, dove la giovane porta avanti da tempo un’attività pubblica.

La vicenda ha avuto immediate ripercussioni anche sul piano legale. L’avvocato Carla Garofalo, che rappresentava la giovane come parte civile nei processi per stupro e in altri procedimenti, ha rinunciato al mandato. Tra questi, anche un caso di revenge porn.

La vicenda ha avuto immediate ripercussioni anche sul piano legale. L’avvocato Carla Garofalo, che rappresentava la giovane come parte civile nei processi per stupro e in altri procedimenti, ha rinunciato al mandato. Tra questi, anche un caso di revenge porn.

«Ho accettato il patrocinio per difendere una donna vittima di violenza e per affermare il principio della libertà di scelta – ha dichiarato Garofalo – ma le sue recenti dichiarazioni pubbliche e i comportamenti successivi mi hanno indotto a riconsiderare la sua personalità e la narrazione dei fatti. Se una persona adotta comportamenti violenti e aderenti a un modello maschilista e offensivo del diritto, non posso continuare a rappresentarla».

Una decisione che aggiunge complessità a una vicenda già segnata dal dolore e dall’esposizione mediatica. Il percorso giudiziario aveva trovato una prima conclusione con la condanna dei responsabili dello stupro di gruppo.

Quella stessa ragazza, simbolo della lotta per la dignità femminile, è ora indagata. Si trova al centro di una nuova e inquietante vicenda di cronaca.

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