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Attualità

L’astensionismo si fa strada, il cittadino elettore sempre più disorientato

di Cesare Pluchino -





Le condizioni politiche impongono serie riflessioni in Sicilia, si può comprendere che, da sempre, la regione è stata laboratorio politico, che ha dato i natali a grandi personaggi della democrazia e della storica Democrazia Cristiana, ma gli ultimi avvenimenti non solo destano sconcerto ma disorientano l’elettore, fomentando, di fatto, l’astensionismo.

L’alleanza della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro con la Lega di Salvini tiene banco, in questi giorni, sulle cronache regionali, quando si vedrà il simbolo dello Scudo Crociato su quello della Lega sembrerà l’incipit dell’ultimo film di Cetto La Qualunque.

Questa dei partiti minori che nemmeno nella regione riescono a riportare consenso considerevole, in certi casi non raggiungono nemmeno il 5 % necessario per conquistare un seggio all’Assemblea Regionale Siciliana, è una piaga tutta isolana, non c’è spazio per leadership nei partiti maggiori, se ne crea uno per infiltrarsi, in un modo o in un altro, in coalizioni o alleanze elettorali che diano speranze di sopravvivenza.

Una trovata che segue quella di Raffaele Lombardo che, prima, unisce il suo Movimento per l’Autonomia con Gianfranco Miccichè e con il sindaco di Palermo La Galla, per dare vita a Grande Sicilia, nel contempo federa o fa confluire il suo movimento, da solo, in Forza Italia. Un rompicapo.

E lo sbocco sul mare di questi due fiumi di voti sarebbe il consenso al governo Schifani e il sostegno alla sua ricandidatura, fattori che impongono, al momento, Cuffaro e Lombardo come protagonisti della politica siciliana.

In Sicilia c’è pure Noi Moderati di Lupi, che ha come referente nella regione Saverio Romano, un altro che, tenuto ai margini nei partiti minori, preferisce farsi il suo orticello, del resto sono tutti figli della Grande Democrazia Cristiana e di tutte le propaggini successive.

Certo, se Noi Moderati, con le sue percentuali infinitesimali, compare come componente della coalizione di centro destra, si deve accettare anche il peso che possono avere la Dc di Totò Cuffaro o il MPA di Raffaele Lombardo.

Per disorientare ulteriormente l’elettore c’è lo scenario di fondo, con Fratelli d’Italia dilaniata dalle vicende giudiziarie che coinvolgono il Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, Galvagno, e l’assessore regionale al Turismo, Amata, che agiscono sul palcoscenico più grande delle operazioni del partito della Meloni su turismo e beni culturali. 

Per un attimo, si era pensato che l’arrivo di un Commissario per il partito, inviato da Roma, mettesse ordine; invece, non solo non è successo nulla, la casbah di contributi e finanziamenti continua, il Commissario sembra più disorientato degli elettori e del partito si parla solo perché diserta le riunioni di giunta per protestare contro la mancata nomina, da parte del Presidente Schifani, di un dirigente regionale voluto dai soliti noti.

Ma Fratelli d’Italia tollera anche le voci sulle figlie di notabili siciliani che abbandonano temporaneamente il posto alla regione Lombardia per confluire nelle segreterie degli assessori regionali, vedi la figlia di Cardinale, oppure il caso della figlia dello stesso dirigente non gradito a Fratelli d’Italia che lavora nell’assessorato del padre. 

Forza Italia guazza in questo contesto, mirando a diventare il primo partito nella regione, rimandando a periodo di elezioni la certa ricandidatura del Presidente Schifani, in attesa che si consolidino i rapporti di Forza a Roma.

Dalle opposizioni il nulla, il silenzio assoluto, un Partito Democratico impegnato solo nelle frizioni interne sullo sfondo di un consenso che si vede sempre più sfumare, il Movimento 5 Stelle che vive sulle sacche di rendita del passato per operazioni di facciata e proteste che svaniscono come il vento nel deserto.

Altre forze politiche di sinistra non esistono in Sicilia, verrebbe veramente difficile capire a chi affidarsi.

Poi vedi che alla Festa dell’Amicizia della Democrazia Cristiana, niente di più di una convention di partito, trovi vecchie cariatidi del partito, come l’ex ministro Mannino, e l’immancabile convegno dove metti tutti assieme, l’assessore regionale allo sviluppo economico, di Forza Italia, Tamajo, colui che non aveva voluto Cuffaro alleato di Forza Italia,  e l’assessore regionale al bilancio, tecnico del presidente Schifani, Dagnino. Ma ci sono pure il senatore Pogliese di Fratelli d’Italia, già cosegretario regionale del suo partito, l’on.le  Castiglione, altra vecchia cariatide democristiana, il deputato regionale Auteri, nuovo acquisto della DC, siracusano, quello fuoriuscito da Fratelli d’Italia perché trovato a distribuire, legittimamente, contributi ad associazioni culturali riconducibili alla madre e ad altri familiari.

Leggi di tutti questi e pensi: “Che differenza farà a chi dare il voto?

E ci sia consentito, in conclusione, citare due casi che possiamo definire localistici.

A Ragusa, la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo, nella sua città, finge di arrivare alla stazione di Ragusa, chiusa da anni e si rende conto che non ci sono treni. L’unica tratta, da Siracusa a Caltanissetta, è sostituita, per ora, da un servizio bus perché i nuovi treni acquistati dalla Regione non sono tecnicamente adatti a percorrere i vecchi binari.

E buona parte del sud est, già abbondantemente dimenticata dal servizio ferroviario siciliano, resta tagliata fuori.

Ma l’esponente del Movimento 5 Stelle è stata per un anno assessore a Ragusa, nella giunta grillina del secondo sindaco italiano del Movimento 5 Stelle- E’ al secondo mandato come deputato regionale, la stazione di Ragusa è chiusa da anni e mai la deputata, il partito, anche quando era al governo della nazione, hanno fatto qualcosa di concreto per i collegamenti ferroviari.

Anche ora, da anni, RFI dovrebbe avviare il progetto della metroferrovia, nato grazia ai fondi per le periferie del governo Renzi, su un preesistente progetto di sfruttamento a fini locali della rete ferroviaria.

Sarebbe compreso il restauro e la riqualificazione della stazione, tutto è fermo da anni e nessuno fiata.

Invece di arrivare alla stazione come finta passeggera, perché non va negli uffici di RFI e vedere come stanno le cose, magari facendosi accompagnare dall’assessore regionale alle infrastrutture, di Fratelli d’Italia che, spesso, viene a prendere in giro il territorio, una volta per l’autoporto di Vittoria, una volta per l’aeroporto, altre volte per l’inaugurazione di qualche svincolo o rotatoria.

Cosa ha ottenuto con il video dell’arrivo alla stazione che sapeva essere vuota? 

Un’altra sceneggiata, ma di un soggetto abituato a fare spettacolo, la venuta a Ragusa del deputato Ismaele La Vardera, per promuovere l’apertura di alcune sedi territoriali del suo movimento Controcorrente, i cosiddetti ‘fari’.

Momento centrale della sua visita il blitz, accompagnato dai referenti locali del suo movimento, all’aeroporto di Comiso, altra cattedrale nel deserto del territorio inerente i trasporti e i collegamenti

La condizione dell’aeroporto è nota da tempo, se ne conoscono le cause, non si trovano i rimedi, il recente accordo di Ryanair con Trapani e la persistente indifferenza della SAC e della Regione, ne hanno decretato l’ennesimo de profundis.

A cosa serve il blitz, in mancanza di altre azioni più concrete, a Palermo? Solo propaganda sullo scenario di un palcoscenico dove si sono esibiti in tanti, con pubblico sempre più limitato.

Per inciso la visita del parlamentare regionale, che pure spesso riesce a portare alla ribalta temi scabrosi, come quello dei tornelli e delle staccionate sulla spiaggia di Mondello o quello del già citato deputato Auteri, è passata dal piccolo centro di Giarratana, per occuparsi dei limitati servizi locali di pronto soccorso, tema, di certo, da attenzionare, ma in un territorio dove le lacune, per usare un eufemismo, nella sanità, non si contano, Case e ospedali di comunità che non decollano, reparti ospedalieri gestiti dai politici, inosservanza di sentenze del TAR per la neurologia e la stroke unit a Ragusa, i Pronto Soccorso perennemente in crisi di personale, cosa può interessare alla collettività il disagio di un piccolo centro come Giarratana che sarà comune a tanti altri piccoli centri della Sicilia?

Allora, a ben ragione, il cittadino disorientato si chiede: “Ma chi dovrebbe veramente tutelare i nostri interessi e le nostre esigenze?” E non trova risposta.

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