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Incredibile ma vero: la Sicilia si scopre riciclona: parola di Legambiente

I dati sono assolutamente confortanti. Restano Palermo e Catania i buchi neri della regione. Ma crescono anche le città 'medie'

di Redazione -





C’è una Sicilia che fa ben sperare e che vuole essere sostenibile e moderna. Al passo, insomma, con i tempi. è quella che ricicla ed è quella che certifica Legambiente. La Sicilia che però non abita nelle sue due città simbolo, che invece arrancano e di uscire dalle paludi non ne vogliono sentire. Sono significativi i progressi che stanno facendo nell’Isola nella gestione del ri-ciclo integrato dei rifiuti, grazie a tante amministrazioni comunali e ai milioni di Siciliani.

È stato pubblicato il dossier Comuni Ricicloni Sicilia 2023, che riporta i dati di un anno fa nella gestione della raccolta rifiuti e sono 80 i comuni “Rifiuti Free”, 30 in più di un anno fa. Sono comuni che hanno prodotto non più di 75 kg di rifiuti indifferenziati per abitante in un anno. Migliore fra i migliori è Longi, nel Messinese. Poco meno di 1.500 abitanti, è in vetta alla classifica con una produzione annua di 19,2 kg/abitante di rifiuti indifferenziati e oltre il 91% di raccolta differenziata. In questa virtuosa classifica, per la prima volta, c’è anche un comune sopra i 50.000 abitanti: Mazara del Vallo, con 57 kg annui per abitante di rifiuti prodotti e 87,3% di raccolta differenziata. Fra gli altri comuni ci sono pure Monreale e

San Giuseppe Jato che sono centri di medie dimensioni. Legambiente archivia i dati come “un ottimo segnale che certifica la necessità di ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati, intervenendo sulla prima delle 5 R della “Gerarchia dell’immondizia” (Riduzione rifiuti, Riuso, Riciclo dei materiali, Raccolta differenziata, Recupero dell’energia) e migliora anche la qualità della raccolta stessa dei rifiuti differenziati”. 274 i comuni che hanno superato il 65% di raccolta differenziata, 61 in più rispetto all’anno precedente.

Ovvero il 70% dei comuni isolani per un complessivo oltre 2 milioni e 300 mila di residenti. Grande balzo in avanti di tanti piccoli comuni oltre Longi ma anche di grandi come Marsala e di capoluoghi come Ragusa e Agrigento -70,5% di differenziata – o Enna e Trapani – che superano il 65%. La raccolta differenziata in Sicilia nel 2022 si attesta al 53,34%, superando quindi per la prima volta il 50%. Concorrono negativamente Catania e Palermo, rispettivamente al 26% e al 16% di differenziata.

Un po’ meglio Messina, 53,41% con 10 punti in più della rilevazione di un anno fa. Secondo Claudia Casa, responsabile dell’economia circolare di Legambiente, è iniziato un “cammino inarrestabile verso l’economia circolare, appunto, che qualcuno però cercherà di ostacolare con proposte stravaganti come i cassonetti intelligenti al posto del porta a porta o con inceneritori e discariche.

È importante mantenere una rotta nella quale i comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo e un impegno straordinario che richiederà una rimodulazione dei servizi di raccolta sempre più puntuali ed efficaci”. A cominciare, secondo Legambiente, “dalla implementazione del porta a porta, l’introduzione della tariffa puntuale, la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, i centri del riuso e di preparazione al riutilizzo e l’introduzione dei CAM nei bandi della pubblica amministrazione”. è necessario che la regione non perda più tempo nel definire le procedure amministrative per semplificare le autorizzazioni a realizzare gli impianti industriali per il riciclo, sia quelli attualmente in istruttoria che quelli finanziati dai fondi del PNRR e che dovranno farsi entro il 2026.

Stop, dunque, a nuove discariche o all’ampliamento di quelle che ci sono, non a inutili e costosi inceneritori ma subito impianti a servizio della raccolta differenziata e del riciclo. La Sicilia beneficerà di più di 700 milioni di euro per decine di cantieri che ottimizzino e migliorino la qualità della raccolta differenziata, anche nelle città metropolitane.