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Attualità

Catania, corteo per la pace: Landini in piazza con la Cgil e migliaia di manifestanti

di Andrea Scarso -





Un fiume di persone ha attraversato questa mattina le vie del centro etneo per dire no alla guerra e chiedere la fine delle violenze in Medio Oriente. Oltre un migliaio i partecipanti al corteo organizzato dalla Cgil, partito da piazza Università e diretto verso il Castello Ursino, dove si è concluso con il comizio del segretario nazionale Maurizio Landini.

Dietro lo striscione con la scritta “Stop al genocidio”, hanno sfilato delegazioni sindacali, associazioni, studenti, famiglie. Accanto alle bandiere rosse della Cgil, i colori della Palestina, le bandiere arcobaleno della pace e quelle di Amnesty International e Legambiente.

Landini: “La guerra e il riarmo non ci appartengono”

“Abbiamo notizie buonissime da tutte le città d’Italia che si stanno mobilitando – ha dichiarato Landini durante la manifestazione – e quindi la scelta di questa giornata di sciopero e di mobilitazione è molto importante”.

Il leader della Cgil ha poi reso nota una lettera di ringraziamento ricevuta dal segretario del sindacato palestinese: “Ha sottolineato come il popolo palestinese sia oggi a rischio estinzione. Questo rende ancora più urgente il nostro impegno”.

Durissimo il passaggio contro le politiche globali: “Quando si mette al centro solo il profitto e il mercato, le persone non esistono più. Questa logica folle sta portando di nuovo il mondo alla guerra e al riarmo, e noi non siamo disponibili ad accettarla. Vogliamo dare voce a quella che crediamo sia la maggioranza delle persone: un popolo che rifiuta la guerra e vuole la pace”.

Catania come simbolo di mobilitazione

Il corteo etneo si inserisce in una rete di manifestazioni che oggi, in tutta Italia, hanno visto scendere in piazza migliaia di persone. A Catania la presenza di Landini ha dato forza e visibilità a una protesta che non è solo locale, ma parte di un movimento più ampio che chiede giustizia e pace per i civili palestinesi.

La città barocca, per un giorno, si è trasformata in palcoscenico di un messaggio collettivo che attraversa il Paese: fermare la guerra non è un’utopia, ma un dovere morale e politico.