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Attualità

Sicilia amara: il tesoro di Bronte trasformato in pericolo

Quando un simbolo di eccellenza siciliana diventa protagonista di un richiamo ministeriale

di Andrea Fiore -





Il Ministero della Salute ha richiamato dal mercato tre lotti di pesto di pistacchio di Bronte dell’azienda Delizie dal Sole, prodotto da Marullo e venduto da Eurospin Italia SpA. Si tratta di vasetti da 190 grammi con scadenza 30 giugno 2026 (lotti D2501784, D2501816 e D2501824). Il motivo? La presenza di aflatossine oltre i limiti di legge, sostanze tossiche che possono essere pericolose per la salute. La raccomandazione è chiara: non consumare il prodotto e riportarlo al punto vendita.

Quando il pistacchio diventa un problema

Il pistacchio è uno dei simboli della Sicilia. Verde, profumato, famoso nel mondo. A Bronte lo chiamano “oro verde” e per tanti produttori è un tesoro di famiglia. Vederlo finire in una lista nera per “rischio chimico” fa quasi sorridere amaramente: da prodotto di eccellenza a prodotto sotto accusa, tutto per colpa di un fungo invisibile. Le aflatossine non hanno niente di romantico: sono tossine che si sviluppano nei climi caldi e umidi, e che trasformano la bontà in pericolo.

Un avviso per il futuro

Questa vicenda ricorda una cosa semplice: la qualità non è mai automatica. La Sicilia ha eccellenze uniche al mondo, ma serve cura e rispetto per mantenerle tali. Perché non basta scrivere “pistacchio” in etichetta per raccontare davvero una terra. Dietro ci sono mani, tradizione e lavoro che non possono essere compressi in un vasetto da scaffale.

L’episodio del pesto contaminato è una piccola parabola siciliana: l’oro verde che rischia di diventare piombo burocratico. E, come direbbe qualcuno sull’isola – “è comu taliari l’Etna e vidiri sulu fumu” – resta la paura, si perde la meraviglia.