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Estorsione ad un imprenditore di Palermo: arrestati due uomini legati alla mafia

di Andrea Scarso -





Il gip di Palermo, Claudia Rosini, ha disposto la custodia cautelare in carcere per due palermitani accusati di estorsione a un imprenditore. Si tratta di due uomini, di 34 e 35 anni, ritenuti responsabili di aver tentato di imporre un pizzo di 1.500 euro al mese al titolare di un’officina e di un parcheggio. Le indagini hanno fatto emergere un quadro di minacce, intimidazioni e violenza che rientra pienamente nella logica del metodo mafioso.

La richiesta di denaro e le minacce all’imprenditore

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’imprenditore sarebbe stato convocato il 7 luglio dai suoi dipendenti, allarmati dalla presenza di sei uomini davanti all’officina. Tra questi, la vittima avrebbe riconosciuto uno dei soggetti arrestati e un altro soggetto noto solo come “bicicletta”.

Le minacce sono state chiare sin dall’inizio. «Da questo mese in poi devi versare 1.500 euro al mese per il parcheggio, per la famiglia nostra». Una richiesta che rievoca la pressione tipica delle cosche, a cui si aggiunsero ulteriori intimidazioni.

Il 25 luglio, infatti, l’imprenditore sarebbe stato aggredito con uno schiaffo al volto, mentre veniva accusato di essere “un vastaso” e invitato a “prendersi le sue responsabilità”.

Le indagini dei carabinieri di Palermo sull’estorsione

Gli investigatori del nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo hanno documentato la dinamica delle minacce e raccolto elementi sufficienti per contestare ai due indagati la tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Oltre alla richiesta di 1.500 euro al mese, gli arrestati avrebbero proposto anche un pagamento “alternativo”: un’unica rata da 15.000 euro. Durante le intimidazioni, avrebbero inoltre fatto esplicito riferimento all’appartenenza alla famiglia mafiosa di Brancaccio e Corso dei Mille.