Il naufragio del “Bayesian”: per la Guardia costiera una catena di negligenze e un downburst letale
Quasi un anno dopo il tragico affondamento del veliero “Bayesian”, di proprietà del miliardario americano Mike Lynch, emergono nuovi dettagli dalle carte depositate alla Procura di Termini Imerese. L’informativa della Guardia costiera di Palermo, datata 30 ottobre 2024, ricostruisce gli ultimi momenti prima dell’inabissamento, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 agosto dello scorso anno, e punta il dito su una concatenazione di fattori: condizioni meteo proibitive e mancate contromisure dell’equipaggio.
Secondo gli investigatori, il naufragio non fu solo il frutto di un improvviso peggioramento atmosferico, ma anche di omissioni e negligenze a bordo. Una tesi contestata con forza dalle difese dei tre indagati: il comandante neozelandese James Cutfield, il capo sala macchine inglese Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffiths.
Le vittime furono sette: oltre a Lynch e alla figlia Hannah, morirono l’avvocato americano Chris Morvillo con la moglie Neda, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer con la moglie Judith Elizabeth Ann, e il cuoco di bordo Recaldo Thomas, l’unico corpo recuperato dai fondali. Gli altri rimasero intrappolati nello scafo. I familiari sono assistiti da un pool di legali, tra cui Antonio Golino, Mario Bellavista, Vincenzo Senatore e Gerardo Farello dello studio Giambrone.
La Guardia costiera, incrociando dati meteo, immagini satellitari e riprese di telecamere private, ha concentrato l’attenzione su due possibili scenari: una tromba marina o un downburst, ossia una violenta corrente discendente associata a fenomeni temporaleschi. La seconda ipotesi appare la più plausibile: “Dalle registrazioni di varie stazioni meteorologiche costiere – si legge nel documento – risulta più ragionevole l’ipotesi di una forte corrente di downburst, caratterizzata da raffiche lineari di maggiore persistenza e intensità e da un’area d’impatto più estesa rispetto alla tromba marina”.
Un quadro che rafforza l’idea di un evento meteorologico estremo, ma che, secondo l’accusa, non esclude responsabilità umane per la gestione dell’emergenza. La Procura prosegue le indagini con l’ipotesi di disastro colposo, mentre sullo sfondo resta l’immagine drammatica di una notte in cui lusso, potere e tecnologia non hanno potuto nulla contro la furia del mare.