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Impugnativa del Consiglio dei ministri contro la legge che permetteva alle Asp e agli ospedali siciliani di assumere medici per consentire alle donne di interrompere la gravidanza

Contromossa del Movimento 5 Stelle per impegnare il governo a difendere, di fronte alla Corte Costituzionale, la legge a favore dei medici non obiettori di coscienza negli ospedali, come previsto dalla legge 194/78

di Giuseppe Surace -





Lo stop ai medici abortisti arriva da Roma, una impugnativa del Consiglio dei ministri non vuole consentire alle Asp e agli ospedali siciliani di assumere medici per consentire alle donne di interrompere la gravidanza.

I pentastellati si mobilitano per chiedere alla Regione di resistere all’impugnativa. “È una norma di civiltà” affermano.

È la deputata ragusana Stefania Campo la prima firmataria dell’atto parlamentare che sarà presentato in coda alla variazione di bilancio in discussione a Sala d’Ercole. «Il governo nazionale in questi anni si sta caratterizzando più per impugnative politiche che tecniche» sottolinea e aggiunge: «In precedenza, altre norme palesemente incostituzionali non sono state impugnate dal Cdm, mentre per altre lo stesso Cdm ha richiesto preventivamente correttivi affinché il governo regionale le sistemasse in maniera tale da farle passare indenni al suo vaglio».

Una questione etico-morale

«In questo caso, l’impugnativa fa leva su una questione etico-morale, dimenticando che si tratta di una questione di diritti previsti da una legge di quasi mezzo secolo fa, che si sta cercando di far rispettare per garantire un servizio sanitario sacrosanto per ogni donna, la quale non deve essere messa nella condizione di rivolgersi al privato o, peggio, a strutture clandestine, perché nella nostra isola sono troppi i medici che si rifiutano di praticare l’interruzione volontaria della gravidanza» – dice ancora la Campo – che così conclude: «L’impugnativa romana è uno schiaffo ai diritti delle donne, e male fa Fratelli d’Italia a esultare quasi in maniera calcistica alla bocciatura ministeriale, appigliandosi a una questione etica, trascurando la dignità e i diritti delle donne, invece di constatare che il problema esiste.

Noi diciamo no a tutto questo e facciamo appello a questo governo affinché metta in atto tutte le misure possibili per contrastare l’impugnativa nelle sedi opportune e far garantire un servizio sanitario che è un diritto alla salute per tutti».