Pesca sotto accusa senza motivo, ma i pescatori di Mazara del Vallo non sono criminali
La pesca mazarese gratuitamente additata come un settore illegale e gestito dalla criminalità organizzata, ma la storia racconta di un lavoro nobile interpretato magistralmente dalla fatica e dall’usura di un mestiere vecchio come l’uomo, in un contesto di legalità e onestà.
Quanto riportato da un quotidiano nazionale nel commentare la notizia dell’operazione antimafia condotta a Mazara del Vallo che ha portato all’arresto di 17 persone, nell’ambito di un’inchiesta che ha riguardato una turbativa d’asta di terreni agricoli, mette la notizia in riferimento – senza che ve ne sia – al settore della pesca. A parte l’estraneità dell’inchiesta citata con pesca e pescatori, dispiace leggere considerazioni opinabili ed infarcite di luoghi comuni, che contribuiscono a dipingere il settore come criminale. Fare di tutta l’erba un fascio è pericoloso, ingiusto e mortificante per un settore operoso e perbene che fonda sul sacrificio e sull’abnegazione le fortune della pesca mazarese, oggi in crisi per cause legate alla globalizzazione, alle nuove regole del mercato, ai costi energetici alle stelle ed alle scelte politiche fallimentari dell’Unione europea e dello stato italiano e non di certo perché preda del malaffare. I fatti narrati e le accuse gratuite non rispecchiano la realtà perché pochi criminali, che vanno assicurati alle patrie galere senza dubbio alcuno, non rappresentano un settore caratterizzato dal lavoro di onesti imprenditori ittici e di pescatori, veri eroi e sentinelle ambientali del Mediterraneo.
Il settore della pesca è tra i più controllati da sempre. Collegare il settore della pesca a Matteo Messina Denaro ed ai suoi adepti è uno schiaffo alla verità. La pesca mazarese è afflitta da numerose problematiche completamente estranee a questi argomenti e va contestata fermamente ogni forma di criminalizzazione. Non esistono settori dell’economia siciliana che non siano interessati dai poteri economici criminali mafiosi. Ed allora dovremmo definire la Sicilia una terra di mafiosi? Attenzione all’uso improprio delle parole; quello siciliano è un popolo orgoglioso, rispettoso delle leggi, che ha pagato un prezzo enorme in termini di vite umane per contrastare mafia e mafiosi. Ribadiamo che quello della pesca è uno dei settori tra i più controllati in assoluto.
A riprova di quanto affermiamo, citiamo l’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento sul controllo (Reg.CE n. 1224/2009), secondo cui gli Stati membri obbligano i comandanti delle navi da pesca ad utilizzare un sistema di controllo dei pescherecci via satellite al fine di sorvegliare efficacemente le attività di pesca esercitate dai loro pescherecci ovunque si trovino, nonché le attività di pesca esercitate nelle acque nazionali. Perciò i controlli delle autorità preposte sono continui e trasparenti.
Inoltre, basta ricordare che quello dei pescatori è un lavoro faticoso e usurante che ha fatto registrare una scia di morti e feriti nella ultra settantennale “Guerra del Pesce” per la quale sia lo stato italiano che l’Unione europea non hanno mai voluto scrivere la parola fine.
La città di Mazara del Vallo basa la sua economia, nonostante la crisi, sul settore ittico e certamente i mazaresi non possono essere additati come mafiosi. Qualche criminale non può offuscare il senso civico di un’intera comunità. Chi lo fa o lo lascia intendere non assicura una informazione corretta al lettore, commette un errore che generalizza grossolanamente e mortifica gratuitamente una comunità ricca di storia.